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martedì, Ottobre 8, 2024
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Covid, Brusaferro (Iss): «Pandemia non è finita ma possibile conviverci»


La pandemia è finita? Non possiamo dirlo noi con i dati a livello italiano, visto che si tratta di una sfida sanitaria globale. La fine della pandemia la dichiarerà l’Oms in base ai dati provenienti da tutto il mondo perché come abbiamo imparato in questi tre anni siamo tutti collegati, se una variante contagiosa spunta da una parte è sicuro che arriverà rapidamente anche da noi”. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore‘. Cosa dicono i dati italiani? “Gli ultimi confermano un trend che è chiaro da diverse settimane e cioè che l’impatto del Covid, che è circolato moltissimo, ora è molto limitato e in costante decrescita per i ricoveri a fronte di una popolazione in grandissima parte immunizzata tra vaccini e immunità ibrida – risponde Brusaferro – In questa fase circolano di più il virus influenzale e quello sincinziale. Insomma siamo in una fase in cui possiamo serenamente conviverci”.

Con il Covid ci convivremo per anni?

Con il Covid ci convivremo per anni? “Si è verosimile che accada. Sulla base dei dati attuali lo scenario probabile è che nei prossimi anni convivremo con più virus, compreso il Sars-Cov-2”, aggiunge. Quindi con quali armi? “Per quello che abbiamo imparato, analogamente all’influenza che conosciamo più di tutti in coincidenza con l’inizio della stagione autunnale sarà opportuno fare una vaccinazione in particolare perle persone anziane e più fragili”, osserva. Ma il vaccino ci difenderà anche dal contagio? “II vaccino – risponde il presidente dell’Iss – ha una protezione iniziale molto significativa nei confronti dell’infezione che però si riduce nei mesi, ma quello che conta è che resta elevata la protezione contro le forme gravi”.

Bisognerà difenderci anche dal Long Covid?

Bisognerà difenderci anche dal Long Covid? “È un fenomeno che stiamo studiando – conferma -. Quello che sappiamo è che colpisce molti dei contagiati e chi ha avuto forme gravi è più probabile che abbia persistenza di sintomi e di sequele per mesi. L’Italia si è subito attivata e come dimostra la mappa che ha fatto l’Iss esistono già molti sportelli negli ospedali che consentono di fare accertamenti. Ma sarà necessario – conclude – continuare a studiare per comprendere e caratterizzare meglio il fenomeno”.



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