giovedì, Ottobre 3, 2024
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Blangiardo: “Anche nel 2023 rischio record negativo natalità"


Ex presidente dell’Istat all’Adnkonos Salute: “Immigrazione non è la soluzione. Alcuni Paesi europei, come la Germania, stanno rialzando la testa”

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“In Italia, dal 2008, ogni anno le nascite diminuiscono e dal 2014 ogni anno si fa il record della più bassa natalità di sempre e l’anno successivo questo record viene superato al ribasso. Nel 2022 sono stati registrati 393mila nati in Italia, i primi due mesi del 2023 (rispetto agli stessi del 2022) segnano un -0,3-04%: questo vuol dire che anche nel 2023 si rischia di fare un nuovo record al ribasso”. Così all’Adnkronos Salute Gian Carlo Blangiardo, già presidente Istat, a margine della presentazione a Roma della terza edizione degli Stati generali della natalità che si svolgeranno l’11 e il 12 maggio.

Ma se l’Italia è messa così male, nel resto dell’Europa com’è la situazione? “C’è una tendenza alla riduzione della fecondità, i dati dei 27 Paesi indicano una cascata verso la discesa della natalità – risponde – Ma ci sono alcuni che stanno rialzando la testa: la Germania, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania. Sono paesi che hanno attivato alcune iniziative, ad esempio sui tempi della maternità favorendo iniziative che anticipino il primo figlio. Da noi si fa a 32-33 anni mentre – sottolinea Blangiardo – in questi paesi si è puntato a far scendere l’età dalla fine dei vent’anni. E poi aiutando il passaggio dal primo al secondo figli. È una strategia che dovremmo adottare anche in Italia”.

L’immigrazione può essere una soluzione alla bassa natalità dell’Italia? “E’ una componente importante se non è subita, ma governata e poi se i numeri sono tali se compatibili con quelli di un Paese di 60 mln di abitanti. L’immigrazione non è però risolutiva dal punto di vista delle nascite, perché abbiamo visto da 80mila nati stranieri nel 2012, siamo scesi a 54mila nel 2021, vuol dire che c’è un adattamento rapido al modello locale. È un contributo, una delle leve che si può tirare insieme però a tante altre, risponde Blangiardo.

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