Il premier canadese Justin Trudeau, durante un confronto con Giorgia Meloni in occasione del G7 si è detto “preoccupato per alcune posizioni che l’Italia sta assumendo in termini di diritti LGBT+“. Una bacchettata a cui IL nostrO Presidente del Consiglio ha risposto che “il governo sta semplicemente seguendo le decisioni prese dai tribunali” senza discostarsi troppo “dai precedenti esecutivi“.
❗ G7, il primo ministro del Canada, Justin #Trudeau, ha criticato la premier Giorgia #Meloni in merito ai diritti LGBTQ durante un incontro bilaterale: “Siamo preoccupati dalle posizioni che l’Italia sta assumendo”@ultimora_pol pic.twitter.com/0C54vIf2aI
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) May 19, 2023
Giorgia Meloni, la sua reazione alla bacchettata di Justin Trudeau
Testa bassa, gambe incrociate: le espressioni non verbali di Giorgia Meloni durante l’incontro con Justin Trudeau sono ormai diventate – purtroppo per noi – un meme, dato che questa tirata d’orecchie in diretta mondiale non ci ha fatto fare una gran bella figura.
Quando il prof ha capito che non hai studiato e tu assumi questa espressione facciale nella speranza di superare comunque l’esame con un 18… Tanto la tua media è quella!#Meloni pic.twitter.com/TZ5M58o0Kt
— Kyriakos Jabonero (@KyriakosJabo) May 19, 2023
Mia madre quando parlava coi professori #Meloni pic.twitter.com/j73UNNG72g
— Gimmoriso’ (@Fawollo1) May 19, 2023
L’incontro fra Meloni e Trudeau si è tenuto a Hiroshima e com’era prevedibile ha già fatto il giro del mondo. A livello di diritti civili i due sono ai poli opposti. Trudeau nel 2016 ha varato una legge contro l’omofobia ed è stato il primo premier a marciare a un Pride; Meloni nel 2022 ha votato per bocciare la proposta di legge contro l’omofobia ed è tutt’ora contraria ai matrimoni egualitari perché “bastano le unioni civili”. In occasione della giornata mondiale contro l’omofobia Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno del suo governo “contro ogni forma di discriminazione, violenza e intolleranza”, ma se a parole è stata brava, nei fatti non procede. Non è un caso, infatti, se nei mesi scorsi l’Europa ha paragonato il nostro paese a Polonia e Ungheria sul fronte dei diritti LGBT+.