giovedì, Ottobre 3, 2024
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Salario minimo, “palla in tribuna”: vertice terminato, posizioni ancora distanti



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– Come da copione, alla fine tutto si è “risolto” in un nulla di fatto e la classica “palla in tribuna” che rimanda l’affaire a dopo l’estate: è terminato, dopo circa due ore, l’incontro a Palazzo Chigi fra il governo e le opposizioni sul salario minimo. Per il governo, oltre a Meloni, presenti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini collegato, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone e i sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano.

“Non avete letto bene la nostra proposta”: sarebbe stata questa una delle obiezioni mosse dalle opposizioni al governo nel corso dell’incontro sul salario minimo a Palazzo Chigi.

Secondo quanto si apprende, Meloni ha proposto un percorso “attento” ma comunque “celere” per giungere a una proposta “condivisa” di contrasto al “lavoro povero e ai bassi salari”. Un percorso che non può non partire dall’analisi di dati puntuali e dell’analisi delle ripercussioni di ogni possibile iniziativa legislativa. “Penso che la sede più appropriata, nel rispetto della costituzione, sia il Cnel”.

In 60 giorni”, il tempo del rinvio della discussione in Parlamento sul salario minimo, si possono “coinvolgere le parti sociali” per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e Governo per dare piena attuazione” all’articolo 36 della Costituzione: “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, avrebbe detto Meloni.

Fredda la reazione delle opposizioni. “La novità non è arrivata, non c’è una proposta alternativa del governo e della maggioranza” sul salario minimo. Lo ha detto il leader di Si, Nicola Fratoianni, al termine dell’incontro con il governo sul salario minimo.

“È stato un incontro interlocutorio ma il dato positivo è che nessuno ha sbattuto la porta. La proposta che ci ha fatto Meloni è di un dialogo su un intervento più ampio, dentro il quale non c’è un pregiudizio a discutere sulla proposta di salario minimo”.Così il leader di Azione, Carlo Calenda

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