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Il caffè più richiesto al mondo e costosissimo proviene da una foresta del Brasile: i suoi grani vengono estratti dalle feci di un animale, lo jacu, simile a un fagiano. 

caffè feci uccello brasiliano

Le ricette più rare e costose hanno spesso origini davvero particolari e insolite. A dimostrarlo è il caso di un pregiato caffè, uno dei più costosi al mondo, realizzato con gli escrementi di un uccello selvatico del Brasile simile a un fagiano, lo jacu. Proprio in questi giorni hanno iniziato a circolare sui social network video e foto che mostrano la realizzazione del caffè di jacu, immagini che hanno suscitato l’attenzione di milioni di utenti del web i quali hanno espresso le loro diverse idee sulla questione, mostrandosi più o meno favorevoli all’idea di consumare un prodotto realizzato con gli escrementi di un animale.

Le feci di un animale del Brasile simile a un fagiano utilizzate per realizzare il caffè più costoso al mondo

Sulla pagina Twittre di un notiziario francese, FRANCE 24 Français (all’account social @France24_fr), è stato condiviso un filmato che mostra la lavorazione dei chicchi di questo caffè.

caffè feci fagiano brasiliano

Lo stato del Brasile è il principale produttore di caffè, responsabile di oltre un terzo della produzione mondiale. Una delle varietà più rare e allo stesso tempo più costose al mondo è il frutto della lavorazione degli escrementi di un uccello selvatico, lo jacu, un volatile molto simile nell’aspetto a un fagiano e conosciuto anche con il nome di guan. Questo animale tropicale vive tra le foreste pluviali del Brasile. Fino a pochi anni fa era considerato un pericolo per le piantagioni di caffè, dal momento che ne mangiava le piante; adesso lo jacu è diventano il principale alleato dei produttori di caffè dato che è proprio l’apparato digerente di questo uccello a permettere di realizzare uno dei caffè più pregiati al mondo.

caffè feci costoso jacu

I guan, o jacu, sono grandi uccelli Galliformi appartenenti al genere Penelope e originari dell’America tropicale. Se ne conoscono quindici specie, ma la più diffusa è quella dello guan fischiatore di Trinidad (nome scientifico di Pipile pipile, secondo la classificazione tassonomica di Jacquin del 1784), un uccello della famiglia delle Cracidae, endemico dell’America centrale. Questi uccelli abbastanza rari sono caratterizzati da un piumaggio di colore bruno nerastro con la testa e la punta delle ali di colore bianco; la parte intorno agli occhi è di colore blu, mentre le zampe sono rosse. Gli jacu hanno un aspetto molto simile al fagiano comune (nome scientifico di Phasianus colchicus secondo la classificazione tassonomica di Linneo del 1758), un uccello Galliforme della famiglia dei Fasianidi e della sottofamiglia dei Fasianini. I fagiani, nativo dell’Asia e di alcune parti dell’Europa (dell’area compresa tra il Caucaso e i Balcani), sono stati introdotti in maniera endemica nel mondo come uccelli ideali per la caccia.

La dieta del fagiano comune si compone di semi di graminacee spontanee o coltivate, dai pomodori ai chicchi di mais non maturi. Lo jacu, invece, è particolarmente ghiotto dei semi delle piante di caffè e, proprio per questo motivo, fino a poco tempo fa era temuto dai coltivatori per le incursioni tra le piantagioni per mangiare le bacche più mature. Con il tempo, però, i produttori di caffè si sono resi conto che gli escrementi degli jacu avevano una consistenza simile a quella di una “barretta di cereali” composta di chicchi di caffè. Secondo alcune ricerche, i rapidi processi di fermentazione che avvengono nell’intestino di questi uccelli conferiscono un sapore più dolce alle bacche del caffè.

Non esiste comunque alcun evidente fenomeno biochimico noto a supporto di tale tesi: la produzione del caffè dello jacu appare più come una trovata pubblicitaria di grande successo. Il caffè prodotto in questo modo è notevolmente costoso: il prezzo di questa miscela puà arrivare a circa duecentodieci euro al chilogrammo. I produttori di questo caffè sono molto pochi e la maggior parte possiede coltivazioni piccole, gestite in modo ecologico sostenibile, a differenza di molte altre piantagioni intensive di caffè che hanno invece contribuito alla deforestazione che colpisce il Paese.

Lo sconcerto riguardo a una simile preparazione non ha tardato a farsi sentire; così si legge in uno dei tanti post condivisi su Twitter: «Immagino che la prima persona abbia preso i chicchi di caffè dalla noce di cocco della jacu e abbia deciso di fare un caffè. Oggi questo caffè è una prelibatezza. Non che altri alimenti non siano in qualche modo derivanti da sostanze provenienti da altri esseri viventi (quali ad esempio il miele, il formaggio, il vino, ecc.), ma… boh». In effetti pensare di assaggiare una bevanda del genere può lasciare alquanto perplessi; sarà però forse proprio questa particolarità ad aver indotto moltissime persone ad acquistare il caffè di jacu, contribuendo così a renderlo uno dei caffè più pregiati al mondo. (di Elisabetta Guglielmi)



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