📷 Un giovane manifestante nell’Iran rivoluzionario del ’79 con in mano un mitra e uno slogan. Sullo sfondo: una statua della Libertà; 📷 Una famiglia sull’attenti con la testa bassa: la malinconia dell’addio al passaggio del feretro di Bob Kennedy, 8 giugno 1968; 📷 Il dolore di una donna che sviene, sorretta da una folla di mani, durante il funerale del figlio ucciso in un raid israeliano; 📷 Un gatto che cammina tranquillamente dietro a un topo. Il degrado di Palermo nel ’77 è evidente: entrambi sono sazi di rifiuti; 📷 Dei pinguini che fanno la fila per tuffarsi, manifesto ambientalista; 📷 Una città, Beirut, ferita – non distrutta: in lontananza, dietro alle macerie, dei panni stesi, un po’ di fumo. Cose vive. Il fotogiornalismo ti mette alla prova: come fotografo, ma anche come essere umano. Significa raccontare la storia tramite immagini (un ritorno al significato greco del termine: foto-grafia); significa esserci, nel momento esatto. “A occhi aperti”, Mario Calabresi
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