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Siamo abituati a immaginare che tutte le barriere coralline presenti nel mondo siamo molto simili tra di loro, ma questa credenza è del tutto sbagliata, considerando come questi ecosistemi contengono da soli la maggiore biodiversità marina di tutti gli oceani.

Il Mediterraneo non fa eccezione. A secondo delle sue regioni e della propria profondità, presenta diverse specie di coralli, che sono molto differenti dal punto di vista morfologico ed ecologico rispetto alle forme presenti nel Mar Rosso o poco oltre lo Stretto di Gibilterra.

Per quanto diversi, anche però l’Italia ha le sue barriere coralline e molte specie di coralli, fra cui il più famoso è il corallo rosso (in latino Corallium rubrum), che è stato pescato per secoli dai nostri antenati per realizzare preziosi monili, gioielli e preziose decorazioni, utilizzate di solito per statue o monumenti religiosi.

Il corallo rosso più famoso e prezioso di sempre era quello pescato nei pressi di Sciacca, in Sicilia, che differenziava a sua volta dalle altre tipologie di corallo per le tonalità più chiare e per l’essere un corallo fossile, alterato dai processi geologici che è possibile riscontrare nel Canale di Sicilia.

Per via dell’eccessivo prelievo, oggi i coralli del Mediterraneo sono sotto la protezione delle rigide normative sulla tutela della fauna marina, ma gli artigiani possono ancora lavorare il corallo pescato per errore o quello proveniente dalle scorte, risalenti alla fine del Diciannovesimo secolo.

In quel periodo, infatti, si pescò così tanto corallo nel Mediterraneo che alla fine il suo prezzo crollò definitivamente, rendendo la sua vendita molto meno remunerativa rispetto al passato.

Attualmente, le specie di corallo presenti nel Mediterraneo sono nascoste principalmente negli abissi e tra queste abbiamo i coralli bianchi e neri dello Stretto di Messina, tra cui emerge per importanza lo spettacolare corallo nero Antipathes subpinnata, che cresce fino a 200 metri di profondità.

A differenza del corallo rosso, che cresce vicino la superficie, i coralli bianchi e neri sono specie molto profonde, che assumono questi colori (per noi particolari) proprio perché le loro cellule devono foto sintetizzare sfruttando la poca luce visibile che riesce a raggiungere le profondità marine. Il corallo rosso e in generale i coralli delle barriere tropicali sono invece molto più fortunati, poiché dispongono di maggiore luce da cui attingere energia.

Non che questi li salvi particolarmente rispetto al fenomeno dello sbiancamento, che sta condannando a morte chilometri di barriere coralline in tutti gli oceani.

Spesso confusi per coralli sono invece le barriere a vermeti, che costituiscono un ecosistema molto importante nel mar Mediterraneo. Esse non sono formate da veri e propri coralli, ma da due specie di molluschi gasteropodi.

Il loro nome scientifico è Dendropoma petraeum e Vermetus triquetrus e in apparenza non sembrano degli organismi rilevanti. Eppure, queste semplici creature possono costruire marciapiedi marini che proteggono la costa dall’azione corrosiva delle onde. Possono fornire un importante habitat per molte altre specie marine e svolgono un’azione purificatrice dell’acqua che risulta fondamentale, in vicinanza degli alvei fluviali.

Secondo diversi esperti, fra cui Renato Chemello, docente di ecologia dell’Università di Palermo, queste due specie formano alcune delle bio strutture più importanti del Mediterraneo, svolgendo lo stesso ruolo delle barriere coralline negli altri mari. Sfortunatamente, le barriere a vermeti (conosciute anche come trottoir) sono in maggiore pericolo rispetto ai classici coralli, per via della corrosione delle coste, per il surriscaldamento globale e per colpa del turismo, che porta milioni di bagnanti a camminare sopra i vermeti, durante le stagioni estive.

Un tempo presenti in tutto il Mediterraneo, oggi è possibile osservare i vermeti solo in alcune specifiche coste della Sicilia, della Corsica, della Turchia, di Israele, della Spagna e dell’Algeria. Un progetto internazionale ha tentato di proteggerle rispetto ai danni provocati dai bagnanti, ma il loro stato di salute continua a preoccupare gli scienziati.

Non che le altre specie stiano meglio. Secondo alcuni osservatori, presto i coralli del Mediterraneo potranno essere considerati funzionalmente estinti.



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