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Pasquale Farfaglia, sindaco di San Gregorio d’Ippona, ha subito un grave atto intimidatorio con 17 proiettili sparati contro la sua auto la notte tra l’8 e il 9 settembre. Il primo cittadino si trovava nella località di Santa Ruba per partecipare ai festeggiamenti in onore della Madonna della Salute. Il fatto è emerso quando Farfaglia, tornando a casa a Vibo Valentia, ha notato i segni degli spari sul lato posteriore della sua auto Q5. Dopo aver sporto denuncia, i carabinieri hanno avviato un’indagine e sequestrato il veicolo per accertamenti.

La moglie del sindaco, Maria Grazia Pianura, ha condiviso un toccante post su Facebook, esprimendo il suo sostegno al marito e sottolineando l’impegno di Farfaglia per il bene della comunità. Ha affermato che le minacce non potranno oscurare la passione di suo marito per il suo paese e ha ribadito che insieme continueranno a lottare per un futuro migliore, affermando che San Gregorio è molto più di “questo inutile e vile tormento”.

La situazione di San Gregorio d’Ippona è complessa; il comune ha subito due commissariamenti per infiltrazioni mafiose legate al clan Fiarè-Razionale, nel 2007 durante il mandato di Farfaglia e successivamente nel 2018. Questo contesto di intimidazione ha suscitato immediate reazioni di solidarietà a livello politico. Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha definito l’incidente una “gravissima intimidazione”, condannando qualsiasi atto di violenza contro gli amministratori locali e auspicando che si faccia chiarezza sui responsabili. Anche Francesco Cannizzaro, deputato e vicecapogruppo di Forza Italia, ha espresso la sua vicinanza alla famiglia Farfaglia, promettendo supporto in questo momento difficile.

Questo episodio, che sottolinea la vulnerabilità degli amministratori pubblici in un contesto di criminalità organizzata, evidenzia anche la determinazione della comunità locale e delle istituzioni a non cedere di fronte a intollerabili atti di violenza. La solidarietà espressa da numerosi esponenti politici dimostra un forte fronte unito contro le intimidazioni mafiose e la volontà di continuare a lavorare per il bene della comunità.

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