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Alcuni residenti delle Vele di Scampia a Napoli sono stati ordinati a liberare le loro abitazioni, in seguito a decisioni del sindaco Gaetano Manfredi che ha emesso due ordinanze di sgombero “ad horas” riguardanti la Vela Gialla e la Vela Rossa. Questa azione viene in risposta al tragico crollo del ballatoio avvenuto nella Vela Celeste, che ha causato la morte di tre persone lo scorso luglio.

Le ordinanze di sgombero sono state firmate per motivi di sicurezza e per prevenire ulteriori rischi per la pubblica e privata incolumità. Circa cinquanta alloggi sono interessati da questo provvedimento. Entrambi gli edifici appartengono al Comune di Napoli e sono situati in via della Resistenza, con la Vela Gialla localizzata nell’isolato C e la Vela Rossa nell’isolato D. Negli ultimi tempi, il sindaco e il prefetto avevano comunicato l’intenzione di avviare i lavori necessari per lo sgombero.

Secondo le ordinanze, la polizia locale sarà responsabile dell’informazione ai nuclei familiari coinvolti e dell’esecuzione immediata del provvedimento. Napoli Servizi è incaricata di gestire l’interdizione delle aree colpite dalla decisione di sgombero. La Vela Celeste, anch’essa di proprietà comunale, era già stata sgomberata in precedenza a seguito del crollo. L’incidente ha avuto luogo il 22 luglio e ha visto il ballatoio di ferro staccarsi dal terzo piano, provocando il crollo su quelli sottostanti.

Le vittime del crollo sono state identificate come Roberto Abbruzzo, di 29 anni, e due donne, Margherita e Patrizia Della Ragione, rispettivamente di 35 e 53 anni. I funerali delle vittime si sono svolti nella chiesa della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, con un lutto cittadino proclamato in occasione delle esequie.

La situazione a Scampia non è nuova; gli abitanti del quartiere hanno manifestato in passato per denunciare anni di abbandono e degrado nei loro edifici. Le recenti decisioni di sgombero evidenziano la necessità di confrontarsi con le problematiche strutturali e di sicurezza di questi complessi residenziali.

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