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Uno studio torinese pubblicato sul Journal of Clinical Medicine ha analizzato un campione preliminare di 19 pazienti affetti da psoriasi, mirato a migliorare la diagnosi e il trattamento della malattia esaminando il microambiente cutaneo. I pazienti, seguiti presso la Clinica Dermatologica Universitaria della Città della Salute di Torino, sono stati classificati in base alle loro caratteristiche cliniche. Lo studio ha rivelato che esaminando i geni più espressi nel microambiente della pelle malata, gli esperti possono ottenere risultati significativi per la diagnosi individuale e la cura, aprendo la possibilità di selezionare farmaci specifici disponibili.

La psoriasi colpisce circa il 3% della popolazione italiana, equivalente a circa 130.000 pazienti in Piemonte. Questa malattia infiammatoria della pelle interessa prevalentemente gomiti e ginocchia, ma può anche manifestarsi in altre aree del corpo, influenzando notevolmente la qualità della vita. L’esordio può verificarsi a qualsiasi età, inclusa l’infanzia, ma i meccanismi molecolari e le dinamiche cellulari della psoriasi rimangono poco conosciuti: lo studio torinese contribuisce ad approfondire queste informazioni.

L’approccio personalizzato nella cura delle malattie cutanee è essenziale; sebbene ci siano molti farmaci disponibili, solo una terapia personalizzata basata su caratteristiche genotipiche e fenotipiche può migliorare significativamente i risultati clinici. Le nuove terapie, incluse quelle biologiche e le small molecules, stanno emergendo come promettenti per personalizzare le cure. Adottare un trattamento su misura può aumentare notevolmente la probabilità di ridurre o eliminare le manifestazioni cliniche, migliorando così in modo significativo la qualità della vita dei pazienti.

A Napoli è stato avviato il progetto educativo “La Scuola della Psoriasi”, ideato dai professori Nicola Balato e Fabio Ayala nel 2014, con l’intento di unire diversi specialisti nella gestione complessiva della psoriasi e delle malattie infiammatorie croniche della pelle. Un obiettivo chiave è educare i pazienti per migliorare l’aderenza ai trattamenti e facilitare la comunicazione con i medici di medicina generale e i dermatologi. Importante è anche la collaborazione con le Associazioni dei Pazienti, che svolgono un ruolo fondamentale nell’assistere e supportare le persone colpite da questa malattia.

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