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Il 18 settembre, la Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti ha preso una decisione importante abbassando i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, portandoli in una forchetta tra il 4,75% e il 5,0%. Questa è la prima riduzione dal 2020 e segna un cambiamento significativo nella politica monetaria della banca centrale. La Fed ha previsto ulteriori tagli dello 0,5% entro la fine dell’anno per sostenere la crescita economica, dato il calo dell’inflazione. Jerome Powell, presidente della Fed, ha sottolineato come il comitato abbia maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia avvicinando all’obiettivo del 2%. La decisione di tagliare i tassi non è stata unanime: 11 membri del comitato hanno votato a favore, mentre la governatrice Michelle Bowman ha espresso il suo disaccordo, preferendo un approccio più prudente con un taglio dello 0,25%.

La Fed aveva mantenuto i tassi d’interesse stabili per 14 mesi, dopo una serie di aumenti ininterrotti iniziata nel marzo 2022, che aveva portato a un totale di 11 aumenti in 16 mesi, i più aggressivi dagli anni ‘80. Con questo recente taglio, si chiude una fase di forti rialzi dei tassi, rendendo così il contesto favorevole a una politica monetaria espansiva negli anni a venire. L’obiettivo della Fed è sostenere la crescita economica e riportare l’inflazione sotto controllo.

Secondo gli esperti, il taglio dei tassi potrebbe prefigurare una nuova era di allentamento monetario e avere ripercussioni significative sulle economie globali. Questa mossa arriva in un momento in cui altre banche centrali, tra cui la Banca Centrale Europea e la Banca d’Inghilterra, hanno già iniziato a ridurre i loro tassi d’interesse per stimolare la crescita.

In conclusione, la decisione della Fed segna un cambio di rotta dopo anni di politiche monetarie restrittive e si inserisce in un contesto globale di allentamento per favorire la ripresa economica. I prossimi mesi saranno cruciali per osservare gli effetti di queste politiche sulla crescita e sull’inflazione.

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