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Lo sviluppo della demenza, in particolare della Malattia di Alzheimer, non è inevitabile e può essere prevenuto o ritardato intervenendo sui fattori di rischio modificabili fin dall’infanzia. In Italia, nonostante un aumento nella longevità e una diminuzione delle malattie a parità di età negli ultimi 30 anni, si prevede un incremento dei casi di demenza a causa dell’invecchiamento della popolazione. La Società Italiana di Neurologia (SIN) ha evidenziato l’importanza di affrontare questi fattori di rischio, anche per chi ha una predisposizione genetica.

Nelle recenti analisi sono emersi due nuovi fattori di rischio: il colesterolo “cattivo” in mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata, aggiungendosi a fattori già noti come bassi livelli di istruzione, problemi di udito, ipertensione, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, e altri, che collegano il 40% dei casi di demenza. Ulteriori rischi comprendono esposizione a inquinamento, isolamento sociale e alterazioni del microbiota.

In vista del G7 sulle demenze e della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, la SIN ha sollecitato governi e società a impegnarsi per ridurre i rischi associati alla demenza. Con il numero di malati destinato a triplicare entro il 2050, i costi diretti e indiretti sono stimati oltre 60 miliardi di euro. Tuttavia, la percentuale di anziani con demenza è diminuita, soprattutto in aree più favorevoli socio-economicamente.

Il miglioramento della salute e una vita più sana hanno contribuito a una riduzione dei casi. Alessandro Padovani, presidente della SIN, ha sottolineato l’importanza di interventi preventivi, mirando a coloro che sono più vulnerabili. La SIN ha delineato varie raccomandazioni per ridurre il rischio, tra cui migliorare l’istruzione, promuovere l’uso di protezioni, ridurre l’esposizione a inquinamento e fumo e minimizzare il consumo di alcol.

Inoltre, la SIN chiede un maggiore supporto per persone con demenza e le loro famiglie, insieme a un’integrazione tra istituzioni per finanziare la ricerca. È fondamentale sensibilizzare il pubblico attraverso i mezzi di comunicazione, incluso il cinema, per migliorare la comprensione della Malattia di Alzheimer.

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