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Il processo di nomina del Consiglio di Amministrazione (Cda) della Rai si avvicina a un punto critico, con la scadenza fissata per il 26 settembre. Sebbene la maggioranza e l’opposizione stiano discutendo, esiste una forte convinzione che la soluzione si raggiungerà senza ulteriori rinvii. Recenti colloqui tra Roberto Sergio e Giorgia Meloni hanno alimentato rumor sulla possibile rimanenza di Sergio come direttore generale, mentre Giampaolo Rossi, in quota Fratelli d’Italia, è il più probabile candidato per il ruolo di amministratore delegato, nonostante il suo nome abbia oscillato tra varie opzioni nei mesi passati.

Tuttavia, le dinamiche del Cda non sono ancora risolte. Per la presidenza, è necessario un consenso di due terzi della Commissione di Vigilanza della Rai, richiedendo quindi un accordo con parte dell’opposizione. Il Cda è composto da sette membri, due eletti dalla Camera, due dal Senato, due indicati dal Ministero dell’Economia e uno eletto dai dipendenti. Attualmente il centrodestra deve trovare due voti per ottenere il quorum necessario per l’elezione del presidente. Forza Italia punta su Simona Agnes, che entrerà nel Cda, ma è improbabile che riesca ad ottenere la presidenza.

Se il Parlamento dovesse nominare un presidente, i piani di Meloni potrebbero essere compromettere. Matteo Renzi, come due membri di Italia Viva, è visto come possibile ago della bilancia, mentre il M5S potrebbe giocare un ruolo cruciale. Giuseppe Conte ha aperto a un nome di garanzia per la presidenza, ma considerano Agnes non adatta, sostenendo che non soddisfa le caratteristiche necessarie. Le fonti M5S affermano che è necessaria una collaborazione per identificare un candidato condiviso.

Tra le ipotesi per la presidenza Rai ci sono Antonio Di Bella e Gianni Minoli, entrambi con lunga esperienza pubblica, mentre Milena Gabanelli è un’altra opzione favorevole per il M5S. Se non si raggiunge un accordo, l’alternativa sarebbe che il membro più anziano assuma la presidenza, ruolo che potrebbe ricadere su Antonio Marano, ex direttore di Rai2 e già parlamentare della Lega. In sintesi, le trattative sono intense e il futuro della leadership della Rai è ancora incerto.

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