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Il 23 settembre 2024, Lorenzo Carbone, un uomo di 50 anni, ha fatto una sconvolgente confessione in diretta TV durante il programma “Pomeriggio 5”. Ricercato per l’omicidio di sua madre, Loretta Levrini, trovata morta nella loro casa di Spezzano, Carbone ha ammesso: “Non ce l’ho fatta. Sono stato io. Non ce la facevo più”. Le telecamere lo hanno sorpreso sotto casa, dove l’uomo, visibilmente scosso e in lacrime, ha raccontato di essere andato a Pavullo per allontanarsi dalla situazione, ma ha affermato di non aver mai cercato di nascondersi. “Giravo in strada a piedi”, ha detto.

Carbone ha descritto sua madre come una persona colpita da demenza e Alzheimer, il che lo portava a occasionali frustrazioni. “Mia madre ripeteva sempre le stesse cose”, ha spiegato, aggiungendo di sentirsi sopraffatto dalla situazione. Ha reiterato che non era in cura per alcun disturbo e ha agito d’istinto, senza comprendere appieno le ragioni del suo gesto. “Non so perché l’ho fatto, non lo so”, ha detto, esplicitando il suo stato confusionale.

La confessione di Carbone è stata inquietante, rivelando i dettagli della tragedia: “L’ho strangolata, prima ho provato col cuscino, poi ho tolto la federa e ho provato con quella e poi ho usato i nastrini, i lacci”. Queste parole hanno lasciato il pubblico e gli spettatori increduli, immersi in un clima di disagio e dolore.

L’omicidio ha suscitato un forte impatto emotivo, non solo per la comunità locale ma anche per il pubblico televisivo, che ha assistito a una scena desolante. Il racconto di Carbone mette in luce le difficoltà e le pressioni che possono derivare dalla cura di una persona affetta da gravi malattie mentali e l’inevitabile stress che può accumularsi in tali circostanze.

Questa drammatica confessione pone interrogativi sulla salute mentale e sui limiti che una persona può arrivare a fronteggiare. La storia di Carbone è, purtroppo, un esempio estremo di come situazioni familiari complesse possano condurre a esiti tragici e inaspettati.

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