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A pochi giorni dalla scadenza, il referendum sulla cittadinanza ha superato le 500.000 firme necessarie per proseguire l’iter parlamentare. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha annunciato il traguardo, che punta a ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza continuativa richiesto agli stranieri per ottenere la cittadinanza italiana. Il prossimo passo prevede la presentazione del quesito alla Corte costituzionale per l’approvazione.

Nelle ultime 24 ore, il sito www.referendumcittadinanza.it ha registrato un’impennata di firme, causando ripetuti malfunzionamenti della piattaforma del ministero della Giustizia. Questo successo si deve anche al supporto di volti noti della cultura, come l’attrice Kasia Smutniak, il fumettista Zerocalcare e il cantante Ghali.

In caso di esito positivo, il referendum potrebbe riportare i requisiti di cittadinanza caratteristici del periodo precedente al 1992, allineando l’Italia a molti altri Paesi dell’Unione Europea. Magi ha descritto questo traguardo come un risultato straordinario del coinvolgimento popolare, sottolineando la necessità urgente di riformare la legislazione sulla cittadinanza, spesso ignorata dal Parlamento. Ha anche espresso la convinzione che i cittadini siano pronti a mobilitarsi quando si tratta di riconoscere una buona politica.

Soddisfazione è stata espressa anche da altri leader dei partiti che hanno sostenuto questa iniziativa, come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha lanciato un appello per sostenere anche altri due referendum: uno contro l’autonomia differenziata e l’altro per l’introduzione del salario minimo. Ha sottolineato la necessità di una legge d’iniziativa popolare per stabilire un salario minimo di 9 euro all’ora, definendo il lavoro retribuito al di sotto come sfruttamento. Anche Matteo Renzi ha annunciato il suo sostegno firmando online.

Questa mobilitazione trasversale ha contribuito al rapido raggiungimento delle 500.000 firme, evidenziando un forte consenso popolare su queste tematiche. In parallelo, la discussione politica sulla legge sullo Ius scholae continua a suscitare dibattito, con posizioni divergenti tra i vari partiti sull’accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati.

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