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L’analisi del rapporto “Market Watch Npl” di Banca Ifis ha messo in luce i progressi del sistema bancario italiano nella gestione del credito deteriorato, evidenziando una tendenza positiva rispetto alla media europea. Dopo anni di aumento del credito deteriorato, l’Italia ha registrato una riduzione significativa dello stock di Non Performing Exposures (NPE), con un calo di 5,1 miliardi di euro tra il primo trimestre 2023 e giugno 2024. Questo si traduce in uno Stage 2 Ratio delle banche italiane sceso dall’11,5% alla fine del 2023 al 9,4% nel primo semestre 2024, allineandosi con i valori medi dell’Unione Europea.

Conversamente, le banche europee hanno visto un incremento complessivo di NPE da 357 miliardi di euro a 373 miliardi di euro nello stesso periodo, con un aumento del NPE ratio all’1,86%. Le banche tedesche e francesi hanno registrato aumenti significativi nel credito deteriorato, contribuendo a questa crescita. L’incertezza economica e l’inflazione elevata hanno incrementato il costo del rischio per le banche della EU, che ha raggiunto lo 0,51%.

L’analisi ha anche sottolineato come l’industria del credito deteriorato italiana abbia risposto meglio rispetto agli altri Paesi europei, grazie a processi industrializzati e alla collaborazione tra banche e operatori di credito specializzati. Inoltre, si prevede una continua diminuzione degli NPE, con stime di transazioni nel 2024 attorno ai 24 miliardi di euro.

Durante il 13° NPL Meeting, il presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, ha enfatizzato l’importanza della reinclusione finanziaria e della gestione sostenibile dei crediti in sofferenza. Ha sottolineato che il settore deve adottare un approccio more rispettoso verso i debitori e che le normative devono favorire la sostenibilità nei piani di recupero. Ha anche avvertito della necessità di mantenere alta l’attenzione su questi temi per garantire stabilità nel sistema.

In conclusione, nonostante le sfide macroeconomiche, ci sono segnali di resilienza nel settore bancario italiano, con un’aspettativa di crescita equilibrata e sostenibile se l’inclusione finanziaria e l’innovazione saranno al centro delle strategie future.

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