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Il 27 settembre 2024, al Palazzo Kechler di Udine, si è svolto il convegno “Morti da Nascondere – La Sindrome dei Balcani”, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Accademia della Legalità. L’evento ha messo in evidenza le gravi conseguenze dell’esposizione a uranio impoverito, amianto e altre sostanze tossiche durante le missioni militari italiane nei Balcani, tema spesso trascurato dalle istituzioni.

Tra i relatori, il presidente dell’ONA, avvocato Ezio Bonanni, ha citato esempi significativi, tra cui il tenente Sergio Cabigiosu, riconosciuto legalmente come “vittima del dovere”. Le testimonianze di partecipanti come il colonnello Carlo Calcagni e Paola Vegliantei hanno evidenziato la negligenza delle istituzioni e l’urgenza di proteggere i militari a rischio.

Il convegno ha rappresentato una fondamentale occasione di confronto su un argomento che ha colpito migliaia di soldati, muggiando malattie gravi e, in alcuni casi, la morte. Le missioni nei Balcani sono state riconosciute tra le più pericolose a causa dell’esposizione a tossine, che ha portato a una drammatica situazione di salute per i militari.

Bonanni ha denunciato la mancanza di azioni preventive da parte del Ministero della Difesa, rivelando che circa settemila soldati hanno contratto malattie e cinquecento hanno perso la vita per esposizione a sostanze tossiche. Ha inoltre sollevato preoccupazioni sul rischio intergenerazionale, avvertendo che anche civili e future generazioni possono subire le conseguenze delle contaminazioni.

Tra le testimonianze, quella di Sergio Cabigiosu ha segnato un punto di svolta legale: dopo anni di battaglie, il Tribunale di Verona ha riconosciuto il suo stato di vittima del dovere, condannando i Ministeri della Difesa e dell’Interno a risarcimenti significativi. Questo caso è un precedente cruciale che obbliga lo Stato a dimostrare che l’esposizione non sia stata causa delle malattie.

Il Colonnello Calcagni ha raccontato la sua personale lotta contro malattie connesse all’uranio impoverito, mentre Vegliantei ha sottolineato l’importanza di rompere il silenzio sulle vicende delle vittime. La conclusione del convegno ha messo in luce la necessità di un cambiamento nelle politiche istituzionali, affermando che il riconoscimento delle vittime del dovere continua a essere una battaglia cruciale. Grazie alla determinazione di figure come Bonanni, si stanno compiendo passi avanti per ottenere giustizia per i militari colpiti.

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