sabato, Ottobre 5, 2024
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Fiaccolata all’Ara Pacis contro i divieti di manifestare per la pace in Palestina

Oggi, presso il monumento dell’Ara Pacis, il Comitato Fermare la Guerra e il Movimento Indipendenza hanno svolto un’azione simbolica per sollecitare il Governo italiano a intervenire contro i massacri perpetrati da Netanyahu in Medio Oriente. Un gruppo di giovani attivisti ha esposto uno striscione lungo il lungotevere con la scritta “Prima Gaza ora il Libano: fermiamo Netanyahu, fermiamo i massacri”. Gianni Alemanno, segretario nazionale del Movimento Indipendenza, ha dichiarato inaccettabile il divieto imposto dal Ministero dell’Interno di manifestare per la pace in Palestina, giustificato con il pretesto di pericoli terroristici che, a suo avviso, non provengono da chi manifesta pacificamente.

Alemanno ha espresso la sua indignazione per l’atteggiamento del Governo Meloni, accusato di ignorare i bombardamenti israeliani su Gaza e Libano e di seguire passivamente gli ordini dell’Amministrazione Biden e dell’Unione Europea. Ha ribadito il diritto del popolo italiano, specialmente dei giovani, di chiedere pace e di difendere i diritti dei popoli oppressi. Ha esortato il Governo a intraprendere azioni concrete, come sanzioni economiche ed embarghi militari contro Israele, per indurre Netanyahu a fermare le ostilità.

Alemanno ha sottolineato che oltre 40.000 vite sono state spezzate in meno di un anno, e ha esclamato: “Quanti altri innocenti dovranno morire prima di fermare questo massacro?”. La sua dichiarazione si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione e sensibilizzazione su temi di giustizia e pace, richiamando l’attenzione su un conflitto che ha causato immense sofferenze e distruzioni. L’azione simbolica è quindi un grido di allerta per la comunità internazionale e un appello all’impegno attivo nella lotta per la pace e i diritti umani, affinché il silenzio e l’indifferenza non prevalgano di fronte alle atrocità in corso.

In sintesi, il Movimento Indipendenza e il Comitato Fermare la Guerra chiedono un cambio di rotta da parte del governo italiano, puntando sulla necessità di una risposta forte e chiara contro le violenze in corso, e sottolineando che la pace deve essere una priorità per la politica estera italiana.

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