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martedì, Ottobre 8, 2024
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Per Canfora “non luogo a procedere” dopo il ritiro della querela per diffamazione da parte di Meloni

Oggi pomeriggio, il giudice monocratico del tribunale di Bari ha emesso una sentenza di “non luogo a procedere” nei confronti dello storico e filologo Luciano Canfora, accusato di diffamazione aggravata nei confronti della presidente del consiglio Giorgia Meloni. La decisione segue la richiesta della Procura della Repubblica e la remissione della querela da parte della Meloni, avvenuta pochi giorni fa. Durante l’udienza, l’avvocato difensore di Canfora, Michele Laforgia, ha confermato l’accettazione della remissione della querela, il che ha portato alla chiusura del caso.

Le originarie accuse risalgono ad aprile 2022, quando Meloni era solo parlamentare e leader di Fratelli d’Italia, non ancora premier. Canfora si è trovato al centro della controversia durante un convegno tenutosi presso il liceo scientifico Fermi di Bari, dove ha pronunciato frasi considerate diffamatorie, definendo Meloni “neonazista nell’anima” in relazione alla guerra in Ucraina e ai neonazisti di quel Paese, oltre a riferirsi a lei come “una poveretta” e “mentecatta pericolosissima”. Le affermazioni sono state considerate aggravate dalla loro formulazione contro un pubblico ufficiale mentre svolgeva le sue funzioni.

La richiesta di “non luogo a procedere” da parte della difesa si fondava sull’argomento che il fatto non sussisteva, o che non costituiva reato, oppure che non era punibile per esercizio del diritto di critica, in particolare in ambito politico.

La vicenda ha sollevato dibattiti sulla libertà di espressione e sui limiti della critica politica in Italia, temi di particolare rilevanza in un contesto di crescente polarizzazione politica. La sentenza di oggi segna la conclusione di una disputa legale che ha attratto l’attenzione dei media, riflettendo le tensioni tra i rappresentanti politici e le voci critiche nel panorama politico italiano contemporaneo. Gli sviluppi di questo caso sono stati seguiti con interesse, evidenziando l’importanza della libertà di espressione e dei diritti individuali nel discorso pubblico. La decisione del giudice di potere procedere è dunque stata accolta come un passo verso la salvaguardia di queste libertà fondamentali.

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