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Contro il calo delle nascite: cultura e fisiologia della riproduzione

Il crollo della natalità in Italia sta raggiungendo livelli preoccupanti, con dati Istat che indicano una media di 1,2 figli per donna e un calo delle nascite del 3,6% rispetto al 2022. Nel 2023, si registrano circa 379mila nati, un tasso di natalità di 6,4 per mille, in calo rispetto al 6,7 per mille dell’anno precedente. Rispetto al picco delle nascite nel 2008, il numero è sceso di ben 197mila unità, segnando un -34,2%. Il tasso di nascite si avvicina al minimo storico di 1,19 figli per donna, registrato nel 1995.

Rocco Rago, esperto di medicina della riproduzione, sottolinea la gravità della situazione, evidenziando che l’età media delle donne che cercano tecniche di procreazione assistita è ora di quasi 37 anni, e oltre 42 nei casi di fecondazione eterologa. Le proiezioni per il 2024 indicano che i nati potrebbero scendere tra i 350 e i 360mila, un dato ancora più negativo rispetto al 2021.

Le cause di questo declino sono varie: la posticipazione delle nascite, legata a scelte di vita e carriera, ma anche a fattori medici e culturali, contribuisce alla riduzione della fertilità. In particolare, l’età in cui si cerca una gravidanza è avanzata di 10 anni. La mancanza di conoscenza sulle cause dell’infertilità è un problema, soprattutto tra le giovani generazioni, e gli stereotipi possono ostacolare il desiderio di avere figli. Inoltre, la fiducia nella scienza come soluzione garantita può portare a una sottovalutazione del calo della fertilità dovuto all’età.

Per invertire questo trend negativo, Rago suggerisce l’importanza di diffondere una cultura sulla fisiologia della riproduzione, sottolineando che le donne hanno un orologio biologico e che il calo della fertilità inizia dopo i 35 anni. Si tratta di un cambiamento culturale che richiederà tempo. Inoltre, è necessario investire in infrastrutture per supportare le donne che desiderano conciliare lavoro e maternità, vista la diminuzione della rete familiare tradizionale. Servizi accessibili economica e logisticamente sono essenziali per agevolare le scelte di maternità in una società in evoluzione.

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