Eppure quello stesso padre, scampato a un cancro alla parotide, improvvisamente comincia a correre, e quando comincia sembra non smettere più.
In città lo chiamano “quello che corre” e dalle imprese sulle strade marchigiane si avvia a diventare un protagonista della “marcialonga”, prima nazionale poi internazionale, della maratona, delle marce di resistenza.
Diventa quello che il figlio, avviluppato nella sua giovinezza ribelle, non avrebbe mai sospettato: una leggenda, il terzo italiano per numero di gare effettuate.
La piccola città lo irride, ma lui se ne frega.
Dopo tanta ostilità e indifferenza, il figlio va alla ricerca di un fantasma che riappare magico e immenso, e lo fa percorrendo le vie che il padre ha battuto e quelle che, prima di consumare il suo tempo sulla terra, avrebbe voluto percorrere.
👟”Il figlio di Forrest Gump”, Angelo Ferracuti