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Marcello Dell’Utri: Segreti su Berlusconi e Mangano, dal Stalliere al Bodyguard: ‘Un Uomo da Temere’

Marcello Dell’Utri, ex senatore e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, ha rilasciato un’intervista al settimanale “Sette” del Corriere della Sera, riflettendo sugli anni trascorsi in carcere e sul suo controverso legame con Vittorio Mangano, condannato per mafia. Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha rivissuto momenti significativi della sua vita, dal suo passato alla vicinanza con Berlusconi, fino alla sua attuale situazione.

Durante l’intervista, Dell’Utri ha ammesso di non essersi mai posto interrogativi sui reati commessi, descrivendosi come una persona “avventurosa”. Ha menzionato la sua collaborazione con l’immobiliarista siciliano Rapisarda, accusato di crac e legami mafiosi, e ha parlato del suo cammino al fianco di Berlusconi. Ricordando l’incontro con Mangano, avvenuto negli anni ’70, Dell’Utri ha sottolineato come sia stato coinvolto nella fondazione di una società calcistica, dove Mangano fu scelto inizialmente come fattore per la Villa San Martino.

La descrizione che Dell’Utri fa di Mangano è quella di un personaggio imponente e autorevole, che attirò la sua attenzione per le sue capacità. Ha raccontato che, su richiesta di Berlusconi, si era ricordato di Mangano per il suo expertise con i cavalli e i contadini, non sospettando inizialmente del suo coinvolgimento mafioso. La figura di Mangano è quindi centrale nel racconto di Dell’Utri, che lo difende, sostenendo che, secondo lui, non avrebbe mai testimoniato contro di lui o Berlusconi.

Dell’Utri ha descritto Mangano come un “eroe”, affermando che egli era in grado di affrontare delle pressioni senza cedere, mantenendo silenzio anche quando avrebbe potuto salvarsi. Questa visione complessa di Mangano riflette il tentativo di Dell’Utri di giustificare le proprie scelte e relazioni. Con una narrazione densa di ricordi e dimensioni personali, l’ex senatore sembra lottare con il proprio passato e le sue decisioni, rivelando l’intreccio tra politica, mafia e relazioni personali che hanno segnato la sua vita e quella di Berlusconi.

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