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Nichi Vendola sfida Giorgia Meloni sulla maternità surrogata dopo il ‘reato universale’: un attacco alla premier

Nichi Vendola ha attaccato il governo di Giorgia Meloni riguardo alla maternità surrogata, o Gestazione per altri (GPA), recentemente dichiarata reato universale dal Senato. Vendola, ex parlamentare e governatore della Puglia, è padre di Tobia, nato nel 2016 tramite questa tecnica ora criminalizzata in Italia. Nella sua critica, viene descritto il provvedimento come un’operazione ideologica che ostacola il dibattito sul diritto all’adozione per le coppie omogenitoriali e limita la libertà delle donne di decidere sul proprio corpo. Vendola parla di una “ideologia talebana” da parte del governo e di “moralismo da marciapiede”, sottolineando come nella maggior parte dei casi a ricorrere alla GPA siano coppie eterosessuali.

Secondo Vendola, l’inserimento della GPA tra i crimini universali è una forma di stigma, rendendola “peggio di qualunque altra nefandezza”. Egli evidenzia che, sebbene il reato esistesse già, le nuove leggi con sanzioni più severe contribuiscano ad avvelenare il clima sociale e a demonizzare le famiglie arcobaleno. Critica il fatto che crimini come tortura, strage o stupro non ricevano la stessa considerazione.

Nella sua analisi, Vendola esprime rassegnazione: “Dare la vita è criminale in forma cosmica, sopprimere la vita è invece ordinario”. Racconta la sua esperienza con la GPA, sottolineando che non è stata una decisione presa alla leggera e che ha costruito una relazione significativa con la donna che ha portato in grembo suo figlio. Propone una regolamentazione solidale della GPA.

Vendola descrive la legge come “medievale” e critica la direzione intrapresa dal governo di Meloni come un “regresso”. In merito alla futura applicazione della legge, si interroga su come verranno gestiti bambini nati tramite GPA, soprattutto per le coppie omogenitoriali, che rischiano di affrontare un limbo giuridico simile a quello dei figli nati fuori dal matrimonio.

Infine, Vendola ribadisce la necessità di rispettare il diritto delle donne a decidere del proprio corpo e fa eco alla sua preferenza per l’adozione, evidenziando l’attuale impossibilità per le coppie gay di adottare in Italia.

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