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martedì, Ottobre 22, 2024
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Cosa prevede la lista proposta da Meloni

Il caso dei migranti inviati in Albania e successivamente rimandati in Italia ha scatenato un acceso conflitto tra il governo e la magistratura. Il Consiglio dei Ministri (Cdm) ha recentemente approvato un decreto legge che introduce nuove norme per le espulsioni verso i Paesi considerati “sicuri”. Questa mossa rappresenta un tentativo di superare le obiezioni della magistratura e i vincoli imposti dalla Corte di giustizia europea.

Il decreto legge delineato dal Cdm stabilisce quali Paesi siano idonei per i rimpatri immediati, mantenendo in gran parte l’elenco preesistente dei Paesi ritenuti sicuri, ma riducendo il numero da 22 a 19, escludendo Camerun, Colombia e Nigeria. L’elenco sarà aggiornato periodicamente. Non è chiaro se i tribunali cambieranno il loro approccio, dato che la Corte Ue ha invalidato gran parte dei Paesi inclusi nella lista originale, argomentando che non tutti garantiscono i diritti dei cittadini. Infatti, i giudici europei hanno ribadito che un Paese non può essere considerato sicuro se una parte del suo territorio non protegge i diritti di tutti.

I membri del governo hanno espresso le loro opinioni sulla sentenza della Corte europea, con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha affermato che i giudici non hanno ben compreso la sentenza e che non esistono prove del fatto che i migranti giungano da Paesi non sicuri. Ha sottolineato che la nuova lista offre ai giudici un punto di riferimento più stabile. Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha concordato sul fatto che la norma primaria aiuterà a contrastare le interpretazioni variabili delle leggi.

Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha evidenziato la complessità nell’individuare i Paesi sicuri, ma ha affermato che la sentenza europea non possiede il valore di una legge. La lista aggiornata dei Paesi sicuri include ormai Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Con queste nuove misure, il governo Meloni mira a mantenere attivi i centri per migranti recentemente aperti in Albania.

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