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Migranti in Albania, il Viminale fa ricorso contro la sentenza del Tribunale di Roma.

A quanto riportato dall’Adnkronos, il Ministero dell’Interno ha incaricato l’Avvocatura dello Stato di presentare ricorsi contro la sentenza del Tribunale di Roma, che ha ritenuto illegittimo il trattenimento di dodici migranti in Albania. Questi migranti erano stati trasferiti in Italia sabato scorso, a seguito della mancata convalida del loro rimpatrio.

Ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge sui Paesi sicuri, che ha l’obiettivo di “blinds” gli hotspot in Albania. Questo provvedimento modifica l’elenco dei Paesi considerati sicuri, spostandolo da un decreto interministeriale a un decreto specifico, al fine di conferirgli una normativa primaria.

Il nuovo elenco dei Paesi sicuri è stato aggiornato, tenendo conto delle indicazioni fornite dalla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Sono stati esclusi i Paesi che presentavano “eccezioni di carattere territoriale”, come Camerun, Colombia e Nigeria. L’attuale elenco è ora contenuto in un provvedimento che ha forza e valore di legge, con l’intento di prevenire possibili disapplicazioni basate su interpretazioni della “Direttiva Accoglienza”, che non risulta essere “dettagliata e incondizionata”, lasciando ai singoli Stati membri la responsabilità del suo recepimento.

Attualmente, l’elenco dei Paesi considerati sicuri comprende diciannove nazioni, selezionate secondo i criteri stabiliti dalla normativa europea (articolo 2bis del decreto legislativo 25/2008) e dalle informazioni fornire delle organizzazioni internazionali competenti. I Paesi elencati sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Questo elenco sarà soggetto a aggiornamenti periodici, sempre attraverso disposizioni dotate di forza di legge.

Questi sviluppi sono parte di un più ampio sforzo governativo per garantire che le procedure di accoglienza e rimpatrio siano in linea con le normative europee e per stabilizzare la situazione migratoria nel paese.

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