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Conte ‘licenzia’ Grillo per ‘sabotaggio’, cosa succede nel Movimento 5 Stelle

Giuseppe Conte, in un’intervista nel libro di Bruno Vespa, annuncia la fine della collaborazione con Beppe Grillo, co-fondatore del Movimento 5 Stelle, il quale non riceverà più i 300mila euro annuali garantiti dal movimento. Conte spiega che Grillo è responsabile di sabotaggi che ostacolano il processo di rinnovamento del movimento e che non concorda con l’idea che Grillo debba essere pagato per il suo ruolo di garante, che dovrebbe avere un valore morale intrinseco. Questo conflitto è accompagnato da un deterioramento del rapporto personale tra i due nel tempo.

Grillo, dal canto suo, attraverso il suo staff, afferma che il contratto è ancora valido e non vi sono comunicazioni ufficiali riguardo a un presunto “licenziamento”. Conte, nella sua argomentazione, sottolinea che la sua decisione è stata influenzata dalla necessità di liberare nuove energie e dal deterioramento della collaborazione con Grillo, che ha adottato comportamenti dannosi per la comunità.

Davide Casaleggio, ex alleato e figura chiave nel Movimento, critica apertamente Conte, evidenziando una “finta partecipazione” e mettendo in dubbio la legittimità degli iscritti al movimento. Casaleggio sostiene che il processo costituente, guidato da Conte, non è trasparente e pone interrogativi sulla reale partecipazione degli aderenti. Esprime anche la preoccupazione che, se la situazione continua così, non rimarrà più nulla del Movimento.

Danilo Toninelli, ex ministro, si unisce alle critiche, definendo Conte un “ingrato” per il suo atteggiamento nei confronti di Grillo, senza il quale, sostiene, Conte non avrebbe raggiunto ruoli di così alta visibilità politica. Toninelli indica che si tratta di una lotta di potere interna al movimento e mette in discussione le ambizioni di Conte.

Nel frattempo, alcuni membri del Movimento rimangono in silenzio, segno che la situazione è delicata. Le frizioni culminano in un esposto presentato da Maurizio Gasparri alla Corte dei Conti per interrogare sulla legittimità dei fondi erogati a Grillo. I rappresentanti del Movimento respingono tali accuse, affermando che i compensi sono trasparenti e non riguardano i fondi pubblici.

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