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Risparmi sui Mutui: 70mila Euro in Vantaggi grazie al Taglio dei Tassi

Il recente taglio dei tassi da parte della BCE di 25 punti base ha come obiettivo principale quello di stimolare l’economia, con effetti significativi per famiglie e imprese. Il tasso sui depositi è sceso al 3,25%, il che implica costi più bassi per la concessione di prestiti e mutui. A settembre, i tassi medi sui mutui si attestano al 3,59%, riducendo notevolmente rispetto ai tassi superiori al 5% del 2023. Questa diminuzione dei tassi potrebbe tradursi in un risparmio di oltre 70.000 euro per un mutuo ventennale da 200.000 euro, pari a una riduzione del 19,3%. Anche i tassi sul credito al consumo sono in calo, i quali attualmente si aggirano attorno all’8,58%, con possibilità di scendere ulteriormente all’8,25%. Questo potrebbe significare significativi risparmi per i consumatori, ad esempio oltre 11.000 euro in meno sul costo di un’auto da 25.000 euro finanziata per 10 anni.

La riduzione dei tassi ha effetti positivi per circa 3,5 milioni di famiglie con mutuo. Lando Sileoni, segretario della Fabi, sottolinea l’importanza di questo intervento della BCE, che anticipa la Federal Reserve americana. Gli interessi sui mutui e sui prestiti alle imprese sono destinati a calare ulteriormente, rendendo più accessibili l’acquisto di case e gli investimenti. Nonostante il calo dell’Euribor, i mutui a tasso fisso rimangono più vantaggiosi dato che ci sono stati meno cambiamenti nei tassi fissi rispetto ai variabili.

Il taglio della BCE ha anche impatti positivi per il costo del debito pubblico. Gli interessi sul debito sono aumentati drasticamente negli ultimi anni, passando dallo 0,10% al 3,76%. Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, il risparmio per lo Stato potrebbe arrivare a tre miliardi quest’anno e sette miliardi nel prossimo.

Per i risparmiatori, tuttavia, il calo dei tassi significa rendimenti più bassi sui depositi, che hanno raggiunto quasi il 3,6% rispetto allo 0,9% di un anno fa. Infine, i prezzi dei bond hanno subito un incremento, sebbene i rendimenti delle obbligazioni a tasso variabile siano diminuiti, mentre l’inflazione decrescente sta impattando sulle cedole dei Btp Italia.

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