Nonostante il caldo continui in alcune città, il calo delle temperature ha già interessato alcune aree del nord Italia, portando alla necessità di accendere i termosifoni. A Udine, ad esempio, è stata autorizzata l’accensione con circa due settimane di anticipo rispetto alle scadenze di legge. Ogni provincia è suddivisa in zone climatiche, ognuna con diverse date e limiti di accensione.
Nella zona climatica A, che comprende Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, i termosifoni possono essere accesi dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di sei ore al giorno. Nella zona climatica B, che include province come Agrigento, Catania e Messina, gli impianti possono funzionare dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di otto ore al giorno.
La zona climatica C, comprendente province come Bari, Napoli e Salerno, consente l’accensione dei termosifoni dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di dieci ore al giorno. Nella zona climatica D, che include province come Firenze, Roma e Genova, i termosifoni possono essere accesi dal 1° novembre al 15 aprile, per un massimo di dodici ore al giorno.
Le province in zona climatica E possono accendere i termosifoni a partire dal 15 ottobre, fino al 15 aprile, per un massimo di quattordici ore al giorno. Questa zona include province come Milano, Bologna, Torino e altre. Infine, la zona climatica F, che comprende Belluno, Cuneo e Trento, non ha alcuna limitazione per l’accensione dei termosifoni.
In sintesi, l’accensione dei termosifoni in Italia varia in base alla zona climatica e viene regolata da scadenze specifiche e durate massime di utilizzo, garantendo così un uso controllato e regolamentato dell’energia per il riscaldamento.