Alla fine prevale l’ideologia sulla legge, afferma il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un’intervista a Dritto e Rovescio su Rete 4, commentando la decisione dei giudici di Bologna riguardo al decreto sui Paesi sicuri. La Russa critica il paragone fatto dai giudici con la Germania nazista, sostenendo che questo tipo di affermazione non ha senso e che la critica del Fatto Quotidiano rappresenta un autogol. Sull’attacco di Matteo Salvini ai magistrati, La Russa difende il leader della Lega, ritenendo legittimo il suo pensiero politico, evidenziando la confusione esistente in Italia tra potere giudiziario e politico. Sottolinea che sarebbe importante lavorare insieme, tra maggioranza, opposizione e magistratura, per chiarire i confini tra questi poteri.
La Russa critica anche il Consiglio europeo per il dossier che accusa le forze dell’ordine italiane di razzismo. Mette in discussione le forze politiche che avallano simili affermazioni, suggerendo che esiste una volontà di screditare l’Italia a livello internazionale. Secondo lui, c’è preoccupazione se nel dibattito politico qualcuno è pronto a infangare la reputazione della polizia e del Paese per ottenere vantaggi politici.
In merito al furto di dati dalle banche dati, La Russa solleva la questione del “dossieraggio” di cui sarebbe vittima e critica l’azione come “schifosa”. Sottolinea che ciò che più lo turba non è il suo dossieraggio, ma il fatto che siano stati coinvolti i suoi figli. Conclude esprimendo il desiderio di scoprire chi sia il mandante di tali azioni e pur avendo dei sospetti, preferisce non esprimerli. La Russa enfatizza l’importanza di combattere contro simili pratiche e di ristabilire un clima di rispetto e legalità.