martedì, Ottobre 1, 2024
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Aborto, Boscia (Amci): "Legge 194 iniqua, presupposti positivi diventati poi negativi"


ì il presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Filippo Boscia, a margine della presentazione del II Rapporto sui Costi e sugli effetti sulla salute della legge 194

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“Parliamo oggi di legge 194: sono un medico e da medico desidero precisare che è una legge un po’ iniqua. Essa partiva da presupposti che erano positivi, ma oggi sono diventati negativi”. Così il presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Filippo Boscia, a margine della presentazione del II Rapporto sui Costi e sugli effetti sulla salute della legge 194, che prevede l’interruzione volontaria di gravidanza effettuata con metodo chirurgico, o con metodo farmacologico, entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari, presentato oggi dall’Osservatorio Permanente sull’Aborto (Opa), nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Senato.

Boscia tiene poi a sottolineare l’importanza dell’ecologia della persona: “Parliamo tanto di ecologia del Creato, parliamo tanto di ecologia dell’ambiente, ma non parliamo di ecologia della persona. Certamente l’aborto sconvolge questa ecologia, è come se interrompessimo l’alba di una bella giornata. Ma c’è anche un altro problema: l’ecologia appartiene alla donna e la donna non può essere ormonizzata, non può essere imbottita di farmaci che hanno effetti negativi sulla sua persona”.

“Tra i problemi principali quando si interrompe volontariamente una gravidanza – spiega Boscia – è che la donna è poco informata su quelli che sono gli effetti negativi e tardivi dell’interruzione volontaria della gravidanza, che si vedono anche dopo tantissimi anni. Uno degli esempi più caratteristici è quello di un aborto fatto a diciotto o vent’anni e che poi successivamente si trascina nella psiche della persona in modo negativo fino a 40-45 anni, quando si desidera un bambino che non viene, affiora alla mente come azione traumatica”. Un trauma, raccontato anche nei libri e da premi Nobel: “Tutti se ne ricordano in ritardo e nessuno, viceversa, informa precocemente riguardo l’azione che i medici dovrebbero fare. Il compito della società è di proteggere l’ecologia della persona così come si fa con l’ecologia dell’ambiente”.

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