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Addio a Paolo Griseri: L’ultimo saluto all’ex vicedirettore de La Stampa a Torino

Paolo Griseri non era soltanto un giornalista, era un simbolo dell’informazione e un appassionato della parola. Il suo funerale si è tenuto lunedì 28 ottobre nella parrocchia dell’Ascensione, e ha visto la partecipazione di numerose figure del giornalismo italiano, amici e conoscenti che hanno voluto rendere omaggio all’ex vicedirettore de La Stampa, scomparso a 67 anni a causa di un infarto. La cerimonia ha rappresentato un momento di elevazione della sua memoria, con una partecipazione sentita attorno alla moglie Stefania Aloia e al figlio Gabriele.

Griseri ha scritto per La Stampa e ha anche contribuito a Repubblica, dove la sua presenza era sentita e apprezzata. Durante i giorni di lutto, molti membri della comunità torinese si sono riuniti per omaggiarlo, comprese associazioni e sindacati, riflettendo il legame che aveva instaurato con tutte le categorie di lavoratori, che vedeva non solo come fonti, ma anche come amici e collaboratori.

Nella camera ardente allestita in via Lugaro, sulla sua bara era posato il tesserino da giornalista, un oggetto simbolico per Griseri. La moglie ha descritto il compagno con parole semplici ma potenti, sottolineando la sua natura accudente e dolce, mentre il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, ha ricordato Griseri come un uomo che creava comunità attorno a sé, scelto sempre la gentilezza.

Griseri è morto improvvisamente per un infarto mentre si trovava a casa. I tentativi di rianimarlo all’ospedale Le Molinette di Torino non sono andati a buon fine. Nato nel 1956, Griseri ha iniziato la carriera giornalistica negli anni ’80 con Il Manifesto, dove ha seguito da vicino le lotte operaie di Mirafiori, guadagnandosi un posto tra le penne più autorevoli nel campo del giornalismo economico. Le sue analisi sulla situazione della Fiat hanno avuto un impatto significativo, culminando nel libro “Il processo. Storia segreta dell’inchiesta Fiat”.

Nel corso della sua carriera, ha continuato a scrivere fino al 2023, anno del suo pensionamento, dimostrando un’incessante dedizione alla professione che amava.

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