sergio mendes mas que nada

Sergio Mendes ci ha lasciati: l’artista brasiliano, noto per la sua musica e le sue influenti interpretazioni, è morto a 83 anni. Da tempo combatteva contro le complicazioni del long Covid, ma alla fine ha ceduto a questa battaglia. La sua scomparsa è avvenuta giovedì 5 settembre a Los Angeles, come confermato dai familiari tramite un comunicato diffuso sui social.

Mendes, famoso a livello globale per la sua versione del brano “Mas que nada”, resa celebre nel 1966 e riproposta in remix anche da artisti contemporanei, era considerato uno dei musicisti brasiliani più rilevanti della scena internazionale. Nel messaggio condiviso dai suoi eredi, si legge che negli ultimi mesi la sua salute era stata gravemente compromessa dai sintomi persistenti del long Covid, che non aveva mai smesso di affliggerlo dopo l’infezione.

La famiglia ha espresso il proprio dolore per la perdita, annunciando che ulteriori informazioni riguardanti le esequie e le commemorazioni saranno fornite in seguito.

Il percorso artistico di Sergio Mendes Sergio Mendes era nato nel 1941 a Niterói, vicino a Rio de Janeiro. Fin da giovane si dedicò alla musica, diplomandosi in pianoforte e sviluppando uno stile che univa la bossanova con il jazz. La sua carriera esplose nel 1966 grazie alla versione di “Mas que nada”, un brano originariamente scritto da Jorge Ben Jor nel 1963. Negli anni, la sua musica ha continuato a risuonare, raggiungendo nuove generazioni, come dimostra la versione del 2006 del celebre brano, realizzata in collaborazione con i Black Eyed Peas.

Nel corso della sua carriera, Mendes ha pubblicato ben 38 album, l’ultimo dei quali, In the Key of Joy, è uscito nel 2020. Ha collaborato con numerosi artisti di fama mondiale, tra cui John Legend, Justin Timberlake, Stevie Wonder, e nel 2009 ha partecipato all’album Safari di Jovanotti, suonando nel brano “Punto”.

Il long Covid: una condizione ancora poco conosciuta Il long Covid si manifesta come una persistenza dei sintomi del virus SARS-CoV-2 anche dopo la negativizzazione. Tra i disturbi più comuni ci sono affaticamento, difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e alterazioni nel senso del gusto e dell’olfatto.

Le persone maggiormente a rischio includono anziani, donne, individui con obesità e pazienti che hanno richiesto ospedalizzazione. Sebbene il long Covid sia riconosciuto come una patologia clinica specifica, gli esperti continuano a studiarne le cause e i meccanismi, ipotizzando che i sintomi possano derivare sia da un danno diretto del virus sugli organi sia da una risposta autoimmune del corpo stesso.

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