domenica, Ottobre 6, 2024
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Anarchici tornano in piazza a Roma contro 41 bis



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A pochi giorni dalle manifestazioni di Milano e Torino, dove si sono verificati anche lanci di petardi e bottiglie, oltre a qualche tensione con le forze dell’ordine, gli anarchici tornano in piazza in solidarietà con i ”prigionieri in sciopero della fame”. Un presidio-assemblea, secondo quanto apprende l’Adnkronos, è previsto per domani in centro a Roma: gli anarchici, anche se la mobilitazione non è stata preavvisata, dovrebbero riunirsi alle 17 in piazza San Marco, adiacente a Piazza Venezia. L’ultima volta a Roma, il 31 dicembre scorso, diverse decine di militanti ‘armati’ di scudi e caschi, tentarono di arrivare in corteo davanti alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, in solidarietà con Alfredo Cospito e contro il regime del 41 bis. Gli anarchici vennero però bloccati dalla polizia. E anche il presidio sarà monitorato dalle forze dell’ordine con la massima attenzione.

Cospito, primo anarchico al 41 bis, è detenuto da oltre 10 anni al Bancali di Sassari per la gambizzazione dell’allora ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ed è in sciopero della fame da tre mesi. Esponente della Federazione anarchica informale, è anche accusato di strage per due ordigni esplosi nei pressi della scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) nel 2006, che non provocarono feriti. Per lui e per altri ”prigionieri” è stata organizzata la mobilitazione di domani. ”Nessuna resa, la loro lotta è la nostra lotta”, si legge sulla locandina che annuncia ”la mobilitazione internazionale a fianco dei prigionieri in sciopero della fame in Grecia, Francia, Turchia, Palestina, Kurdistan, Italia per l’abolizione del 41 bis e di tutte le forme di isolamento e tortura”.

”Molti sono i prigionieri rivoluzionari che in varie parti del mondo hanno scelto di utilizzare lo sciopero della fame come strumento di lotta – scrivono ancora i promotori dell’evento – Questi compagni rifiutano l’ipotesi della resa e della collaborazione, rifiutano di essere sepolti vivi. Il loro corpo è la loro ultima trincea rivoluzionaria. La loro resistenza ci unisce ed è il fondamento dell’internazionalismo”.

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