mercoledì, Ottobre 2, 2024
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Auguri in musica per il 2023 dal Teatro La Fenice di Venezia



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“Dal Teatro La Fenice a tutto il mondo buon anno”. E’ stato il grande direttore d’orchestra inglese Daniel Harding a fare gli auguri, in diretta televisiva su Rai 1, al termine del tradizionale Concerto di Capodanno dalla Fenice di Venezia, giunto alla ventesima edizione. Accanto al maestro Harding, al quarto Capodanno veneziano, sul palco, per la consueta brillante scelta di arie e duetti d’opera, le voci del soprano Federica Lombardi e del tenore Freddie De Tommaso, che hanno convinto e incantato il pubblico, strappando numerosi applausi.

Lombardi ha emozionato in particolare con l’aria “Casta diva” dalla “Norma” di Vincenzo Bellini, mentre De Tommaso ha entusiasmato con “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Giacomo Puccini, già applaudito prima delle battute finali dell’acuto “Vincerò”.

Il trionfo del concerto dell’Orchestra e del Coro della Fenice, impeccabili nelle magistrali esecuzioni, è arrivato con l’immancabile brindisi “Libiam ne’ lieti calici” dalla ‘Traviata’ di Giuseppe Verdi, che ha trascinato gli spettatori in un applauso lungo quattro minuti, culminato con i fuochi artificiali e il lancio di coriandoli sul palco e in platea. E’ seguito il bis dell’aria verdiana che il pubblico ha accompagnato battendo le mani e con una standing ovation per Harding, Lombardi, De Tommaso, l’Orchestra e il Coro diretto da Alfonso Caiani.

Soddisfatto il sovrintendente della Fenice, Fortunato Ortombina, che al termine nel Foyer ha commentato: “Abbiamo festeggiato il ventesimo Concerto di Capodanno, che comincia così ad avere una sua storia, una sua vita e comincia ad essere nel cuore di tante spettatori italiani e di tutto il mondo”. Sul palco reale accanto ad Ortombina hanno presenziato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, presidente della Fondazione Teatro La Fenice, e Luigi De Siervo, vicepresidente della stessa istituzione.

Nel Concerto che ha aperto il 2023 si sono incrociano tre anniversari: i cent’anni dalla nascita di Maria Callas, che celebrata con “Casta diva”, il terzo decennale dalla morte di Rudolf Nureyev con “La bella addormentata” di Pëtr Ilič Cajkovskij e i 160 anni dalla nascita di Pietro Mascagni con l’intermezzo della “Cavalleria Rusticana”.

Il programma musicale si è composto di due parti: una prima esclusivamente orchestrale con l’esecuzione della Quarta Sinfonia in la maggiore op. 90 ‘L’italiana’ di Felix Mendelssohn Bartholdy, e una seconda parte dedicata al melodramma, con una carrellata di arie e passi corali dal repertorio operistico. Questa seconda parte del programma, trasmessa in diretta televisiva, si è aperta con un fuori programma legato all’attualità: per rendere omaggio a Papa Benedetto XVI, scomparso nella mattina di San Silvestro, l’Orchestra e il Coro sotto la bacchetta di Harding hanno eseguito il brano “Lacrimosa” tratto dalla “Messa da Requiem” di Wolfgang Amadeus Mozart, molto caro al pontefice.

Sempre di Mozart è stata l’ouverture delle “Nozze di Figaro”. Dopo il celeberrimo “Panorama” dalla “Bella addormentata” di Čajkovskij, sono seguiti due pezzi di bravura rispettivamente per il soprano e per il tenore: “Casta diva” e una pagina dal repertorio francese, “La fleur que tu m’avais jetée” dalla ‘Carmen’ di Georges Bizet.

E’ stata poi la volta del coro “Che del ciel che degli dei” dalla “Clemenza di Tito”, e un pezzo orchestrale, l’intermezzo dalla “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, seguito da due arie pucciniane: “Quando m’en vo'” dalla ‘Bohème’, affidato alla voce di Lombardi, e “Nessun dorma” dalla ‘Turandot’ cantato da De Tommaso.

L’Allegro vivace dall’ouverture del “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini ha introdotto il gran finale che è stato, come ormai consuetudine, con tre brani corali di grandissima presa: “Va, pensiero, sull’ali dorate” dal ‘Nabucco’ di Verdi, “Padre augusto” dalla ‘Turandot’ di Puccini e “Libiam ne’ lieti calici” dalla ‘Traviata’ verdiana.

(di Paolo Martini)

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