sabato, Ottobre 5, 2024
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Condanna per Violenza Sessuale

Alberto Genovese, un ex imprenditore digitale condannato a 6 anni e 11 mesi per aver drogato e stuprato due ragazze, ha iniziato a lavorare come volontario in un centro per donne vittime di violenza. Questa opportunità gli è stata concessa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, che gli ha autorizzato di lasciare il carcere una volta a settimana per partecipare a un programma di giustizia riparativa. Oltre al suo impegno presso l’associazione Wall of Dolls, Genovese trascorre anche tre giorni a settimana presso la Casa Carità di don Virginio Colmegna, dedicandosi ad aiutare i senzatetto.

La condanna di Genovese risale al 2020, quando fu arrestato per violenza sessuale, anche di gruppo, ai danni di due modelle nel suo attico a Milano durante il lockdown. Inizialmente condannato a 8 anni e 11 mesi, la pena fu ridotta di due anni grazie alla legge Cartabia. Attualmente, la data di fine pena è prevista per il 2027.

L’associazione Wall of Dolls, fondata a Milano nel 2014 da Jo Squillo e riconosciuta come Onlus nel 2019, ha come obiettivo quello di sensibilizzare e combattere la violenza contro le donne. Il nome dell’associazione si ispira a una tradizione indiana, in cui una bambola è appesa alla porta di casa ogni volta che una donna subisce violenza. Wall of Dolls promuove eventi e attività che coinvolgono figure di spicco nel giornalismo, cultura, medicina, arte e moda, con l’intento di diffondere un messaggio potente contro la violenza di genere.

La decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha inizialmente respinto la richiesta di Genovese nel novembre precedente, è stata accolta con attenzione dai media e dall’opinione pubblica, considerando il suo passato criminale. Recentemente, sono emerse nuove accuse che lo coinvolgerebbero in ulteriori violenze sessuali, alimentando discussoni e interrogativi sulla sua riabilitazione e sul significato del suo impegno come volontario. Wall of Dolls sta espandendo la propria azione in altre città italiane come Roma, Genova, Venezia, Brescia e Trieste, ribadendo l’importanza di contrastare la violenza contro le donne su un piano nazionale.

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