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sabato, Ottobre 12, 2024
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Covid, rischio di infarto e ictus per 3 anni dopo il virus. Ma un gruppo sanguigno è al sicuro.

Un recente studio finanziato dai National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti ha evidenziato che l’infezione da Covid-19 aumenta significativamente il rischio di infarto, ictus e morte fino a tre anni dopo l’infezione, specialmente tra le persone che hanno sofferto forme gravi durante la prima ondata del virus, prima dell’arrivo dei vaccini. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology”. Un aspetto interessante emerso dallo studio è che le persone con gruppo sanguigno 0 sembrano avere una maggiore protezione contro gli effetti gravi di Covid-19.

Ricerche precedenti avevano già indicato un aumento della probabilità di eventi cardiovascolari dopo un’infezione da Covid, ma questo studio è il primo a suggerire che il rischio possa persistere per un lungo periodo. Inoltre, è stato il primo a collegare il gruppo sanguigno a questi rischi, mostrando che il ricovero per Covid raddoppia la probabilità di infarto o ictus nei gruppi A, B e AB, mentre le persone con gruppo sanguigno 0 non presentano lo stesso rischio.

Lo studio ha coinvolto 10.000 pazienti della UK Biobank, tra cui 8.000 con infezione da coronavirus e 2.000 ricoverati per Covid-19 grave, monitorati per quasi tre anni per lo sviluppo di eventi cardiovascolari. Anche tenendo in considerazione una preesistente cardiopatia, il rischio di infarto e ictus era significativamente più alto nei pazienti infetti, con un rischio quadruplicato nei ricoverati rispetto ai non infetti. Questi risultati suggeriscono che gli effetti cardiovascolari di Covid-19 possano essere paragonabili a quelli di fattori di rischio noti come il diabete di tipo 2.

Hooman Allayee, responsabile dello studio, sottolinea l’importanza delle implicazioni per la salute cardiaca globale, visto che oltre 1 miliardo di persone ha contratto il virus. Si chiede se vada considerato il Covid-19 grave come un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Gli autori avvertono che i risultati si riferiscono principalmente ai primi infetti e che serviranno ulteriori studi per valutare l’effetto della vaccinazione sul rischio cardiovascolare e per esplorare il legame tra infezione e gruppo sanguigno.

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