martedì, Ottobre 1, 2024
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Crescere figli? Qualcuno ha calcolato il costo energetico della gestazione



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Fare un figlio richiede molta energia, qualunque sia la specie. Gli studi sull’energia spesa dagli animali per la riproduzione hanno sottovalutato i costi per decenni, concentrandosi solo sui costi diretti e trascurando quelli indiretti. Una nuova valutazione indica che questi ultimi sono di gran lunga superiori.

Durante la crescita di un bambino o di un uovo, la madre consuma energia per formare organi e tessuti, il cosiddetto costo diretto. Tuttavia, ci sono anche costi indiretti, come l’aumento del metabolismo associato alla gravidanza. Secondo Samuel Ginther della Monash University e il suo team, i costi diretti sono stati calcolati abbastanza accuratamente, ma quelli indiretti sono stati ampiamente sottovalutati o ignorati.

Le teorie meccanicistiche stimano i costi indiretti tra il 5 e il 25 percento dell’energia totale spesa per la riproduzione. Tuttavia, gli esperimenti hanno monitorato il consumo energetico in molte specie durante la riproduzione, rivelando che i costi indiretti superano quasi sempre quelli diretti. Questo contrasto è particolarmente evidente nei mammiferi, dove le femmine consumano in media nove volte più energia indiretta che diretta.

Nel caso degli esseri umani, il 96 percento dell’energia necessaria per produrre un bambino è spesa indirettamente, principalmente a causa delle lunghe gestazioni. I cervi dalla coda bianca, però, detengono il record, spendendo 470 Megajoule per ogni nascita.

Anche le specie ovipare hanno costi indiretti significativi, soprattutto perché producono molti giovani contemporaneamente. Gli animali a sangue freddo che depongono uova spendono in media il 31 percento della loro energia indirettamente, mentre per quelli vivipari, come alcuni squali, la cifra sale al 55 percento.

Queste scoperte hanno implicazioni significative per la comprensione dell’evoluzione e dell’adattamento degli animali ai loro ambienti. Inoltre, sollevano preoccupazioni sul possibile impatto del cambiamento climatico sul successo riproduttivo delle specie, poiché i costi indiretti sono particolarmente sensibili alle variazioni di temperatura.

Il team di ricerca sottolinea che le stime sono solo per il contributo femminile, ma si presume che i maschi spendano un’energia simile per la riproduzione, sebbene in modi diversi. La produzione maschile ha costi diretti minimi, ma i comportamenti di corteggiamento e le lotte per la dominanza possono essere estremamente esigenti.



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