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Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo occidentale, inclusa l’Italia, con un tasso di mortalità del 30,8% nel 2021. Si stima che circa 217.000 italiani perdano la vita ogni anno a causa di tali malattie. Le patologie principali includono le malattie ischemiche del cuore e le malattie cerebrovascolari, responsabili rispettivamente del 27,3% e del 24,7% dei decessi per malattie del sistema circolatorio.

La buona notizia è che l’80% di questi decessi potrebbe essere prevenuto attraverso comportamenti proattivi e stili di vita salutari. Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sottolinea l’importanza della prevenzione e il ruolo fondamentale dei medici di medicina generale nel comunicare ai pazienti l’importanza di prendersi cura della propria salute.

Dai dati raccolti nel 2023, emerge che il 41% degli italiani di età compresa tra 18 e 69 anni presenta almeno tre fattori di rischio cardiovascolare. Tra i fattori di rischio più comuni ci sono l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il fumo, il sovrappeso e la sedentarietà. Solo il 5% degli adulti intervistati ha dichiarato di avere una diagnosi di diabete, mentre il 18% ha riportato ipertensione e lo stesso numero ha riferito ipercolesterolemia. Nonostante ciò, solo sette persone su cento consumano sufficienti porzioni di frutta e verdura ogni giorno.

Un aspetto critico nella prevenzione delle malattie cardiovascolari è l’alimentazione, in particolare il consumo di sale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia un’assunzione di sale inferiore a 5 grammi al giorno. Tuttavia, in Italia il consumo di sale supera queste raccomandazioni, sebbene sia in calo negli ultimi anni. Il 56% degli italiani fa attenzione alla quantità di sale nel cibo, con una maggiore consapevolezza tra le donne e le persone più anziane.

Per aiutare a valutare la propria salute cardiovascolare, il Progetto Cuore dell’ISS offre un calcolatore di rischio personale che consente agli utenti di stimare la probabilità di avere un infarto o un ictus nei successivi dieci anni, sulla base di fattori di rischio specifici, come età, sesso e pressione sanguigna. Questa iniziativa mira a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e del monitoraggio della salute cardiovascolare.

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