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giovedì, Ottobre 10, 2024
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Ddl lavoro, ok della Camera: polemiche sulle dimissioni automatiche

La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sul lavoro con 158 voti favorevoli e 121 contrari, e 2 astenuti. Il provvedimento ora passerà al Senato ed è composto da circa trenta articoli. Tra le novità più discusse, si trovano le modifiche riguardanti i contratti di somministrazione e le dimissioni.

Per quanto riguarda il tema dei contratti di somministrazione, il ddl introduce semplificazioni significative. La somministrazione a tempo determinato di lavoratori non potrà superare il 30% del numero di lavoratori a tempo indeterminato nella forza lavoro dell’utilizzatore al 1° gennaio dell’anno in cui vengono stipulati i contratti. Tuttavia, sono esclusi da questo calcolo i casi in cui i lavoratori temporanei siano già assunti a tempo indeterminato dal somministratore o appartengano a categorie specifiche, come lavoratori stagionali, quelli di start-up o sostituti di personale assente, nonché lavoratori con più di 50 anni. Inoltre, è stata rimossa la previsione che escludeva i limiti di durata della missione a tempo determinato nel caso di assunzione indeterminata da parte dell’agenzia di somministrazione.

Riguardo alle dimissioni, l’articolo 19 stabilisce che un lavoratore che si assenti ingiustificatamente per oltre 15 giorni avrà automaticamente le dimissioni. Dopo 15 giorni, il datore di lavoro è tenuto a comunicare l’assenza all’Ispettorato del lavoro per confermarne la veridicità. Se l’ispettorato non interviene, il datore può considerare interrotto il rapporto lavorativo per volontà del dipendente. In tal caso, spetterà al lavoratore dimostrare l’impossibilità di giustificare l’assenza, altrimenti il rapporto di lavoro si intenderà risolto da lui, privandolo delle tutele che avrebbe in caso di licenziamento. Di conseguenza, il lavoratore non potrà richiedere la Naspi, essendo venuto meno il requisito della disoccupazione involontaria.

L’opposizione ha sollevato forti critiche contro il provvedimento, sostenendo che incrementa la precarietà. Le polemiche si concentrano in particolare sulla questione delle dimissioni volontarie, mentre la maggioranza ritiene che le nuove regole servano a evitare abusi da parte dei lavoratori che potrebbero cercare di sfruttare assenze ingiustificate per ottenere vantaggi dalla Naspi.

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