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Decreto paesi sicuri, perché ora i migranti andranno in Albania: stop ai giudici?

Il governo italiano ha approvato un decreto che definisce un nuovo elenco di “paesi sicuri”, modificando quello precedente dopo che i primi tentativi di accoglienza di migranti in Albania erano stati bocciati. Questo decreto identifica 19 paesi da cui chi arriva non dovrebbe teoricamente avere diritto all’asilo, in base all’assenza di conflitti o persecuzioni. I paesi inclusi nella lista sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Rispetto alla lista originale, sono stati esclusi il Camerun, la Colombia e la Nigeria.

Il decreto si basa su criteri stabiliti dalla normativa europea e su informazioni fornite da organizzazioni internazionali competenti. Durante una conferenza stampa, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha chiarito che il giudice non potrà disapplicare l’elenco dei paesi sicuri, in quanto ora è inserito in una legge primaria. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha inoltre spiegato che se un giudice ritiene la legge incostituzionale, può ricorrere alla Corte Costituzionale, ma non potrà disapplicarla direttamente. Questo implica che il Tribunale di Roma non potrà più respingere i migranti dall’Albania, poiché la normativa primaria deve essere rispettata.

Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha indicato che ulteriori interventi potrebbero essere previsti in futuro, e ha espresso l’intenzione di far funzionare meglio le normative europee sui rimpatri. L’elenco dei paesi sicuri sarà aggiornato con cadenza annuale e sarà soggetto al vaglio delle commissioni parlamentari. Il governo si propone, quindi, di garantire che la procedure di valutazione delle domande d’asilo sia più rigorosa, orientando in questo modo le politiche migratorie verso un maggiore controllo e una gestione degli ingressi in Italia.

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