suicidio lavoro torino

Un tragico caso di suicidio legato alle pressioni lavorative ha portato la Procura di Torino ad aprire un’indagine su un autista di camion 60enne, che si è tolto la vita nel 2023. L’ipotesi di omicidio colposo e sfruttamento lavorativo ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’amministratore dell’azienda logistica e del responsabile dei turni. La società in questione aveva già subito sanzioni in passato per violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.

Secondo la Procura, il suicidio del camionista potrebbe essere attribuibile allo stress dovuto a condizioni lavorative insostenibili. Le indagini coinvolgono anche la polizia stradale e l’ispettorato del lavoro, e ci sono evidenze che supportano questa ipotesi. Una perizia psicologica ha confermato il disagio della vittima, che lamentava frequentemente condizioni di lavoro gravose. La famiglia dell’uomo ha denunciato il suo sovraccarico di lavoro, che lo portava a lavorare fino a 50 ore a settimana senza riposi adeguati.

Il camionista era un corriere che consegnava merce ai supermercati locali. Sebbene fosse legalmente protetto da un contratto subordinato, la sua realtà lavorativa era caratterizzata da turni estenuanti e orari privi di pause. Nel primo semestre del 2023, sopraffatto dalla situazione, ha scelto di suicidarsi gettandosi dalla finestra di casa.

L’indagine ha rivelato che entrambi gli indagati, l’amministratore e il capo del magazzino, devono rispondere di omicidio colposo per la cattiva gestione dell’organizzazione lavorativa e per la loro condotta verso i dipendenti. La denuncia presentata dai familiari ha messo in luce come l’azienda fosse già nel mirino dell’Ispettorato del Lavoro per non aver rispettato le normative relative alla sicurezza e alla salute dei lavoratori.

Questo caso si inserisce in un contesto più ampio, con un aumento dei suicidi in Italia, dove nel 2023 oltre 7.000 persone hanno cercato aiuto per pensieri suicidi, con un incremento rispetto all’anno precedente. Secondo i dati Istat, i suicidi nel 2021 sono aumentati a 3.870, con un’impennata particolare tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni. La situazione è preoccupante e evidenzia la necessità di attenzione e interventi per affrontare le questioni di salute mentale legate al lavoro.

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