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Una significativa innovazione nel campo della neurologia consiste in elettrodi sottilissimi e flessibili, progettati per monitorare l’attività cerebrale con un’accuratezza senza precedenti. Questa nuova tecnologia potrebbe sostituire i tradizionali neurostimolatori utilizzati per il trattamento di patologie come il Parkinson e gli spasmi muscolari. Mentre i neurostimolatori inviano impulsi elettrici a specifiche aree del cervello, questi nuovi elettrodi sono in grado di registrare dettagliatamente i segnali elettrici cerebrali, fornendo una comprensione più profonda delle anomalie neurologiche.

Fin dagli anni ’80, i neurostimolatori hanno apportato notevoli miglioramenti nella qualità della vita dei pazienti, ma la loro limitata capacità di monitoraggio ha spinto la ricerca scientifica a cercare soluzioni più avanzate. A partire dai primi anni 2000, gli scienziati hanno sviluppato elettrodi ultra-sottili, capaci di stimolare e registrare l’attività elettrica del cervello.

Questi elettrodi, definiti “tentacolo”, sono creati all’ETH di Zurigo e sono costituiti da fasci di fibre d’oro molto sottili avvolti in un polimero elastico. La loro sottigliezza consente loro di interagire delicatamente con i tessuti cerebrali, senza danneggiarli. Rispetto alle tecnologie precedenti, includendo quelle di Neuralink, i nuovi elettrodi offrono una registrazione e una stimolazione più precise.

Nei test condotti su ratti, gli elettrodi tentacolo hanno dimostrato eccellente biocompatibilità, registrando attività cerebrale per periodi prolungati, fino a dieci mesi, senza causare danni. Questa capacità di monitoraggio prolungato ha permesso l’osservazione dell’attività sincrona delle cellule nervose, fondamentale per comprendere meccanismi complessi come la formazione della memoria.

In futuro, i ricercatori testeranno questi elettrodi nel cervello umano, tollerando inizialmente i pazienti affetti da epilessia resistente ai farmaci, per localizzare con precisione le aree cerebrali coinvolte nelle crisi. Inoltre, si esplorerà la potenzialità degli elettrodi per terapie neurologiche e psichiatriche, mirate a disturbi come depressione e schizofrenia.

Infine, il team di Yanik sta valutando l’uso di questi elettrodi nelle interfacce cervello-macchina, migliorando il controllo di protesi e sistemi di comunicazione per persone con gravi lesioni cerebrali, potenziando così la qualità della vita degli individui con disabilità motorie o comunicative.

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