Matteo Salvini ha criticato duramente i giudici durante un’intervista a “Quarta Repubblica”, focalizzandosi sul caso di 12 migranti non trasferiti in Albania. Salvini accusa la magistratura di interferire nella politica, sottolineando che la sicurezza deve essere una priorità unitaria del governo. Utilizzando dati e probabilità, ha messo in dubbio l’imparzialità di alcuni giudici, citando il caso della dottoressa Albano, definendola politically engaged. Secondo lui, il rifiuto di asilo politico non è responsabilità sua, ma dei prefetti, e ha confrontato la situazione italiana con quella spagnola, affermando che la magistratura non applica adeguatamente la legge, mettendo a rischio la sicurezza pubblica.
Salvini ha evidenziato che i 12 migranti arrivati dall’Albania sono tornati liberi a Bari e ha sollevato la preoccupazione che possano commettere reati in futuro, chiedendo chi si assumerebbe la responsabilità delle loro azioni. L’attrito tra magistratura e governo è evidente, come dimostrato da un’email controversa di un giudice che ha attaccato la premier Giorgia Meloni, paragonandola a Berlusconi. In risposta, il governo sta preparando un decreto per classificare certi Stati come “sicuri”.
Salvini ha affermato che se ci saranno sentenze contrarie alla legge approvata dal governo, significherebbe che alcuni giudici stanno facendo politica. Ha anche menzionato l’episodio di Verona, in cui un giovane africano è stato colpito da un agente durante un’aggressione. Salvini ha dichiarato che non si festeggia la morte di un essere umano, ma ha specificato che chi aggredisce le forze dell’ordine non ha diritto di rimanere in Italia.
Infine, ha messo in discussione la responsabilità della polizia negli eventi violenti, sostenendo che gli agenti non sparano indiscriminatamente e che il problema è legato al comportamento degli aggressori. In sintesi, la posizione di Salvini si concentra sull’importanza di una risposta unita sulla sicurezza e sull’applicazione rigorosa delle leggi, mentre critica l’influenza politica che attribuisce a una parte della magistratura.