martedì, Ottobre 1, 2024
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"Farà giorno" al teatro Parioli di Roma, fascismo e comunismo a confronto


Protagonista Antonello Fassari con Alvia Reale e Alberto Onofrietti diretti da Piero Maccarinelli

Antonello Fassari, Alvia Reale e Alberto Onofrietti in
Antonello Fassari, Alvia Reale e Alberto Onofrietti in “Farà giorno” al teatro Parioli di Roma

Fascismo e comunismo, o meglio un giovane ‘fascistello’ esaltato e un vecchio partigiano rosso pieno di rimpianti politici, a confronto in ‘Farà giorno’, il testo scritto da Rosa Menduni e Roberto De Giorgi che sarà in scena fino al 11 febbraio al teatro Parioli di Roma, protagonista Antonello Fassari con Alvia Reale e Alberto Onofrietti, diretti da Piero Maccarinelli, che della sala che porta il nome del rione romano è il direttore artistico, per una produzione targata teatro Parenti di Milano, che negli scorsi 14 anni – da quando viene rappresentata – ha già visto la recitazione in passato di attori come Gianrico Tedeschi e Paolo Graziosi e di attrici quali Marianella Laszlo e Manuela Mandracchia.

La vicenda prende spunto da un incidente automobilistico, dove un giovane, cui era già stata ritirata la patente, investe un anziano, sotto il condominio abitato da entrambi: per evitare la denuncia e il conseguente arresto, il giovane estremista di destra si offre di assistere per un paio di mesi il vecchio ‘compagno’, rimasto solo dopo la morte prematura di un figlio e a seguire della moglie e l’interruzione dei rapporti con la figlia, denunciata da lui stesso dopo il suo ingresso in clandestinità e l’attività terroristica nelle B
rigate Rosse. Il confronto a due, che dopo l’arrivo della donna, nel frattempo diventata medico volontario in Africa, diverrà a tre, dapprima solo storico e politico, avrà poi risvolti anche umani e sentimentali.

“Tutto si svolge all’interno di una stanza, mentre fuori la città con il suo caotico e bruciante ritmo consuma energie. Ma non c’è nulla di minimalista – osserva Maccarinelli nelle note di regia – perché l’incontro e lo scontro verte sulle differenti posizioni morali dei tre personaggi o sull’accettazione indotta di uno di loro, sul loro passato e il loro presente in una società sempre più disgregata, dove sembra sempre più difficile trovare principi fondanti comuni. Il testo vive sulle rimozioni del passato, sui sensi di colpa e su un orgoglio troppo superficialmente esibito. In questo percorso, ora aspro e diffidente, ora scanzonato e ironico, la comune ricerca di umanità e di verità aiuterà a vincere le rispettive diffidenze, rivelando le proprie debolezze e paure: il bilancio di una vita intera per l’uno, la mancanza di prospettive future per l’altro”.

(di Enzo Bonaiuto)

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