lunedì, Settembre 30, 2024
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Fermate di Giudicare le Motivazioni

La terribile strage di Nuoro, avvenuta la mattina del 25 settembre, ha scosso profondamente l’Italia. Roberto Gleboni, un uomo di 52 anni, ha aperto il fuoco contro la sua famiglia, causando la morte di cinque persone: sua moglie Giusi Massetti, 43 anni, la figlia Martina, 26 anni, e i due figli Francesco, di 10 anni, e il 14enne che è l’unico sopravvissuto. La tragedia ha avuto inizio presto, con il giovane che, accortosi del pericolo, si è rifugiato in una stanza con il fratellino e si è finto morto, permettendosi di scappare solo quando ha verificato che il padre non era più in casa.

L’orrendo gesto ha colpito anche un vicino, Paolo Sanna, 69 anni, che è stato ferito mortalmente mentre rientrava nel suo appartamento. Dopo aver commesso la strage, Gleboni ha tentato di uccidere anche sua madre, ferendola al collo, prima di suicidarsi. L’arma utilizzata era una pistola semiautomatica regolarmente detenuta. Il movente della strage è ancora oggetto di indagini e molte speculazioni sono circolate sui social, causando grande dolore e frustrazione tra i familiari delle vittime.

Carmela Capelli, madre di Giusi Massetti, ha deciso di intervenire pubblicamente sulla situazione attraverso un post su Facebook, chiedendo rispetto e riservatezza. Ha esortato la comunità a cessare di condividere foto e commenti inappropriati sul dramma, sottolineando che non è il momento di competere su chi amava di più la vittima. Le sue parole riflettono la devastazione e la necessità di privacy per la sua famiglia mentre affrontano la perdita.

Il 14enne sopravvissuto, che si è sottoposto a un intervento chirurgico, ha raccontato ciò che è accaduto quella tragica notte durante un’audizione protetta. Ha descritto come le tensioni familiari sembrassero assenti la sera prima, rendendo la violenza di quel mattino ancora più scioccante. La comunità continua a cercare risposte mentre le indagini procedono e la madre di Giusi Massetti spera che il suo appello di rispetto venga ascoltato. La ferita lasciata da questa tragedia richiede tempo per guarire, e il silenzio e la dignità sono ora necessari per onorare le vittime e sostenere il giovane sopravvissuto.

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