cagnolina nella busta di plastica

Un piccolo cagnolino di appena tre mesi è stato ritrovato in gravissime condizioni, gettato in un sacchetto di plastica sul ciglio della strada. La cucciola, di razza simile all’Australian Shepherd, è stata salvata da un passante che, notandola, l’ha immediatamente portata a una clinica veterinaria. Arrivata lì, la situazione era critica: il cucciolo presentava segni evidenti di ipossia cerebrale dovuta alla mancanza prolungata di ossigeno, il che le aveva causato danni neurologici.

Le indagini cliniche hanno rivelato che la piccola non solo soffriva delle conseguenze dell’ipossia, ma aveva anche contratto il cimurro canino e la parvovirosi. Il cimurro è una malattia infettiva grave che colpisce diversi sistemi del corpo del cane, mentre la parvovirosi causa una grave enterite emorragica, potenzialmente fatale. Nonostante le cure, la situazione per il cucciolo non era promettente.

I veterinari hanno raccomandato l’eutanasia, ma il giovane che l’aveva salvata si è opposto, deciso a provare a curarla. Per oltre due settimane, assistito da sua sorella, studentessa di medicina veterinaria, il ragazzo ha cercato di fare del suo meglio per salvare il piccolo animale. I progressi iniziali facevano sperare in una ripresa, ma purtroppo, dopo un periodo di apparente miglioramento, le condizioni della cucciola sono rapidamente peggiorate.

Circondata dall’affetto del suo salvatore e dal supporto della veterinaria, la cagnolina è morta venti giorni dopo il salvataggio. Questa triste storia ha suscitato una forte emozione e commozione tra gli utenti del web, mettendo in evidenza le crudeltà che alcuni animali devono affrontare, ma anche il potere della compassion e dell’amore umano. La vicenda ha messo in luce non solo la necessità di maggiore sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali, ma anche l’importanza di intervenire per salvare vite vulnerabili.

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