mercoledì, Ottobre 2, 2024
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Giorgio Fanfani: "la cucina nel dna, mio padre Amintore un ottimo cuoco"


“Ho cominciato giovanissimo a 13 anni, cucinavo per i miei fratelli più grandi. A Roma ho aperto il Bistrot de la Place, un dialogo ininterrotto tra due ‘cugini’, l’Italia e la Francia, perchè anche la tavola è cultura e politica del saper vivere, dello stare insieme”

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Giorgio Fanfani accanto a Alain Lefebvre, Jildaz Mahé e ilm giovanissimo Rocco Elkins

Apre nella capitale (piazza Santiago del Cile nel cuore dei Parioli) il Bistrot de La Place, nuovo ristorante dedicato alla cucina tipica francese. Foie gras, sushi -galette e galette di grano saraceno, crepe al caramello o al burro salato, coquillage, ostriche e champagne, boeuf bourguignon mantecato al vino di Borgogna, brandade di baccalà accanto alle tipiche salade (Nicoise e Napoléon).

Innamorato della Francia e della cucina Giorgio Fanfani, amministratore unico di The Dome, da anni nell’universo della ristorazione anche come chef a domicilio e influencer con il suo canale IG ilcuocogiorgio racconta all’Adnkronos la sua nuova avventura professionale. “Sono 58 anni che cucino – scherza il figlio dello statista della Dc Amintore Fanfani – Ho cominciato giovanissimo, a 13 anni, a Camaldoli, cucinavo per i miei 4 fratelli più grandi. Mia madre, pessima cuoca, mi dava 50 lire al giorno per occuparmi della cucina. Da quel giorno ho sempre cucinato, a Punta Ala, al Sestriere, nella mia casa in Tunisia sono arrivato a preparare pranzi e cene per i miei ospiti. Nel giardino della mia villa potevo accogliere fino a 75 persone”.

Una passione iscritta nel dna della famiglia. “Mio padre cucinava molto bene – ricorda Giorgio Fanfani- Piatti tipici della tradizione toscana. Le zuppe, per esempio, di ceci, di fagioli, questi ultimi con il baccalà, e poi mio padre era specializzato nel capitone”. La Francia è entrata nella sua vita (e nel suo cuore) con il divorzio dalla prima moglie Laura Bernabei. “Avevo due figli adolescenti, Veronica e Lorenzo, 13 e 10 anni, andavo spesso a Parigi per stare con loro. Negli anni oltre 200 viaggi aller-retour – racconta ancora – Mi sono sempre occupato, negli anni, di ristorazione. Mi è stato poi offerto, come amministratore unico, di gestire il Bistrot de la Place, all’interno di un gruppo di grande esperienza e managerialità. Il servizio è affidato a giovanissimi ragazzi, dai 18 ai 25 anni, tutti hanno studiato in celebri scuole specializzate di ‘hotellerie’, c’è cortesia, competenza, amabilità, grande rispetto nei confronti del cliente e il maitre e responsabile ha solo 22 anni, si chiama Rocco Elkins”.

Un ottimo controcanto, il Bistrot de la Place, ai soliti ricchi primi piatti romani, dalla carbonara, alla matriciana, al cacio e pepe. “L’Italia è un Paese ricchissimo e variegato, cambia in ambito di cibo e tradizioni da regione a regione – prosegue Giorgio Fanfani – Ma la Francia, con i suoi vini, i suoi champagne, i suoi formaggi, i suoi piatti tipici non è da meno. Diversa e forse meno complessa della cucina italiana, ma sempre alla base di un dialogo ininterrotto tra due ‘cugini’, anche a tavola, che è cultura e politica del saper vivere, dello stare insieme, anche solo davanti ad un bicchiere di buon vino rosso”.

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