L’inchiesta della procura di Roma riguardante la lite tra il regista Paolo Virzì e l’attrice Micaela Ramazzotti si conclude con una richiesta di archiviazione dopo che entrambi hanno ritirato le querele. Questo episodio è avvenuto dopo un incontro casuale in un ristorante, dove erano presenti la figlia di Virzì, Ottavia, e l’attuale compagno di Ramazzotti, Claudio Pallitto.
Virzì aveva già ritirato la querela nel mese di settembre, mentre Ramazzotti ha fatto lo stesso poco dopo. I legali dell’attrice, Annamaria Bernardini de Pace e David Leggi, hanno dichiarato che la decisione di Ramazzotti di non opporsi all’archiviazione è stata presa per tutelare la serenità e proteggere i figli, sottolineando che le sue azioni stanno producendo i risultati attesi.
Le accuse tra i due protagonisti erano reciproche. Secondo la versione di Ramazzotti, la lite era iniziata quando Virzì, insieme alla figlia, era passato accanto al tavolo di Ramazzotti e quest’ultima aveva iniziato a filmare la scena. In questo momento, il regista avrebbe sputato addosso a Ramazzotti e l’avrebbe insultata con epiteti offensivi. La situazione sarebbe degenerata quando Ramazzotti ha preso il cellulare di Ottavia, provocando una reazione da parte della ragazza che avrebbe graffiato l’attrice nel tentativo di recuperarlo, mentre Virzì le avrebbe stretto il polso. La lite è terminata con l’intervento dei carabinieri.
Dall’altra parte, Virzì sostiene che è stato Pallitto a minacciarli, dicendo loro di andarsene. Secondo la sua ricostruzione, la Ramazzotti avrebbe aggredito Ottavia per strapparle il telefono, terrorizzandola.
La situazione legale che ha coinvolto i due è ora chiusa con la richiesta di archiviazione della procura, segnalando una chiusura pacifica per entrambi i protagonisti, che sembra aver prioritizzato la loro serenità e quella della figlia in questa difficile situazione.