domenica, Ottobre 6, 2024
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I fan di Drag Race contro l’ospitata di Melissa Satta, la sua reazione


Questa sera la terza stagione di Drag Race Italia incoronerà la sua vincitrice e per l’occasione è stata chiamata Melissa Satta come gust judge di puntata.

Il nome dell’ex Velina non è stato però accolto a braccia aperte dai fan della trasmissione. Sulla pagina Instagram di Drag Race Italia, infatti, i commenti più apprezzati sono tutti di indignazione. “Wow un altro personaggio rappresentativo della community 🙄“; “Non ho nulla contro Melissa Satta, ma in tre edizioni non avete mai invitato Immanuel Casto e Romina Falconi… Perché?! 🤷🏻‍♀️”; “Niente contro di lei, ma per la finale si poteva anche trovare qualcuno un minimo rappresentativo per la comunità queer italiana“; “Ma ospitare personaggi più affini al panorama queer no? Non so, sono i loro manager che propongono di piazzare ste persone che con drag race non c’entrano niente?“; “Ma i guest judges li avete pescati come i numeri della Tombola dal sacchetto?“.

Un clima di indignazione che è stato notato anche dalla stessa Melissa Satta che ha così commentato: “Nonostante i commenti negativi e talvolta offensivi, sono stata accolta a braccia aperta da quella che voi chiamate Community. Siamo tutte persone che meritano rispetto… Grazie per avermi fatto divertire ed emozionare con voi ❤️“.

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I fan di Drag Race contro l’ospitata di Melissa Satta, ma il suo nome è strategico e chi non lo comprende non vuole il bene per il format

Melissa Satta effettivamente non ci incastra niente con la nostra comunità: non ne fa parte in maniera diretta, né è mai stata un’alleata (qualcuno l’ha mai vista a un Pride?). Ma ha circa cinque milioni di follower su Instagram e una visibilità che purtroppo molti “rappresentanti queer” non hanno. E Drag Race Italia è in primis un programma televisivo che ha dei costi non indifferenti (non a caso Discovery se ne è liberato dopo solo due stagioni). Se è stata chiamata è stato fatto solo per cercare di portare il nome del programma a più orecchie possibili cercando di rendere mainstream un programma che in America lo è già diventato da un decennio. E no, non possiamo fargliene una colpa.

La comunità queer che si è abbonata a Paramount+ per vedere Drag Race Italia è una nicchia che non basta a coprire i costi dell’intera produzione, non a caso – come già scritto – Discovery appena ha potuto se ne è liberato. E farà lo stesso Paramount se il programma non dovesse diventare mainstream al pari di tante altre competizioni in onda sulle altre reti.

Stiamo parlando di un programma televisivo e non di una ONLUS. Per sopravvivere necessita di numeri, di soldi, di pubblicità, di visibilità. Quando Ciro Immobile è stato nel panel dei giudici il programma è finito pure sulla Gazzetta dello Sport, quando c’è stata Myss Keta ne ho parlato praticamente solo io. Noi fan che amiamo il programma dovremmo supportarlo e capire certe dinamiche e logiche di mercato, non affossarlo. Soprattutto per il bene delle professioniste che ci partecipano.

 



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