Il dolore non esiste era una frase che ci diceva sempre mio padre da piccoli. La ripeteva e la ripetevamo come un mantra. A volte ci credevamo, altre per niente. A volte faceva ridere, altre per niente. Il 6 febbraio esce il libro che porta la stessa frase come titolo, e io sono felice e ho paura. In questi tre anni di scrittura forse quattro – forse più di quaranta, se si contano tutti gli anni in cui mi preparavo a scriverlo e mettevo da parte le parole e i pensieri per farlo – stare in questa storia, per cercare di celebrare tutto, anche quello che fa male, mi ha ossessionata, stritolata, aiutata e credo anche un poco curata. Tra l’altro, nonostante il libro abbia la sua radice nel dolore, nel dolore non resta, e io anzi l’ho scritto in un modo che pensavo facesse ridere – ci sono dentro molte cose che fanno ridere, in effetti ho visto proprio alcune persone ridere di gusto mentre lo leggono – ma mi pare di aver capito che fa anche piangere. Forse, anche quello, di gusto. Questo soprattutto per dire che è un libro così personale e così intessuto di tutta una vita, che immaginare come questa storia possa arrivare agli altri, che effetto possa fare a lettrici e lettori, è sicuramente il mio punto cieco. Ma secondo me di quell’accecamento di quando si cerca di guardare la luce. Ecco qui. Ora il romanzo finalmente non è più mio e da oggi si può preordinare in tutte le librerie e store on-line. Buona lettura.
Il dolore non esiste era una frase che ci diceva sempre mio padre da piccoli. La…
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